La ciclabile di Maran: il nuovo ingorgo della viabilità politica. Proviamo a ricapitolare: appena si sono riaperti i primi cancelli del lockdown l’assessore comunale Pierfrancesco Maran, con il suo collega Marco Granelli, annuncia l’avvio di una pista ciclabile che attraverserà la città seguendo il percorso della Metropolitana 1. Una pista in gran parte costituita da segnaletica orizzontale, cioè viene disegnata sulla carreggiata per auto di corso Buenos Aires. L’idea si rivela subito dirompente, nonostante di per sè si tratti di qualche secchiata di vernice: polemiche, incidenti e commenti di tutti si sprecano. Gli errori del disegno, tra cui una fermata dell’autobus che si è stati costretti a spostare, diventano il bersaglio del centro destra. E gli stessi commercianti di Buenos Aires hanno posizione discordanti sul tema. Fino a ieri poteva essere una normale disputa tra chi sostiene la libertà di muoversi come si preferisce e la giunta Sala, da sempre convinta di dover imporre le bici come mezzo principale per spostarsi in città: invece ieri Riccardo De Corato, assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia, annuncia di aver depositato un esposto in Procura contro la ciclabile. A questo punto il sindaco Giuseppe Sala, forse per la condanna rimediata nel processo su Expo 2015, perde le staffe e attacca direttamente il governatore lombardo Attilio Fontana: “Oggi un Assessore di Regione Lombardia ha reso noto di aver presentato alla Procura della Repubblica di Milano un esposto sulla pista ciclabile di corso Venezia e corso Buenos Aires. Suppongo che prima di agire con una modalità così anomala abbia avvisato il presidente Fontana. Se siamo arrivati a questo punto ne prendo atto, ma è evidente che ciò rappresenta una svolta profondamente negativa nella relazione fra Regione e Comune”. Una dichiarazione di guerra politica in piena regola a cui Fontana reagisce scaricando il suo assessore: “Regione Lombardia, in merito alla presentazione di un esposto sulla nuova pista ciclabile nel centro di Milano, precisa in una nota “che l’iniziativa non è frutto della Giunta regionale e del suo presidente Attilio Fontana”. “Tale azione dunque – conclude la nota – va ricondotta a un atto di carattere puramente personale”. Ba-boom. Chi avrebbe mai detto che con due secchi di vernice si sarebbe causato un delirio simile?
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