CNA Lombardia: «Semplificare rapidamente norme e procedure del Green Pass. Sì a una comunicazione volontaria del lavoratore sulla scadenza del certificato verde». Il neopresidente Bozzini: «Siamo dalla parte dei vaccini, ma verifichiamo la concreta agibilità operativa dei controlli sul Green Pass in capo all’impresa». «Siamo dalla parte della lotta alla pandemia, siamo dalla parte dei vaccini, ma alcune indicazioni del decreto Legge 127 / 2021 ci lasciano perplessi». E’ il commento del neoeletto Presidente di CNA Lombardia Giovanni Bozzini, a pochi giorni dell’entrata in vigore della legge sul Green Pass obbligatorio nei luoghi di lavoro pubblici e privati. A sollevare dubbi, perplessità e richieste di modifica e di integrazione alle disposizioni emanate dal Governo Draghi in vista della deadline del 15 ottobre, è una riflessione sulla concreta agibilità operativa dei controlli in capo all’impresa. A cominciare da alcuni paletti imposti dalla normativa sulla privacy. «La certezza – afferma Giovanni Bozzini – è di dover fingere ogni giorno di ignorare, per rispetto di una privacy de facto più teorica che altro, lo stato vaccinale del lavoratore. Ogni giorno le nostre imprese dovranno adempiere all’obbligo di controlli sulla validità del green pass del lavoratore, con i noti, possibili automatismi derivanti dall’obbligo di considerare il lavoratore assente ingiustificato in caso di green pass non valido. Sarebbe più semplice almeno contemplare la possibilità di una comunicazione volontaria, da parte del lavoratore, della data di scadenza della validità del proprio green pass». «Ci sono oggettive difficoltà nella rigidità applicativa di una norma in fin dei conti comprensibile come incentivo alla campagna vaccinale. Alcune di queste difficoltà appartengono strutturalmente alla tipologia di determinate attività lavorative. Al netto di tutti coloro che fossero eventualmente in smart working (per costoro non sussiste obbligo di esibizione del green pass), ci sono categorie di lavoratori quali trasportatori, impiantisti, venditori, operatori del settore delle imprese di pulizie, persone che per esempio non si recano tutti i giorni presso la sede aziendale, ma che raggiungono direttamente la clientela. In questo caso come deve comportarsi l’impresa? Al Governo chiediamo una normativa più lineare e più aderente alle tante, tantissime sfumature e fattispecie di cui è fatto il nostro mondo del lavoro», conclude il Segretario Regionale CNA, Stefano Binda.