Ancora ostruzionismo 5 Stelle sulla Vasca di laminazione anti piene del Seveso. Negli scorsi mesi era tornata alla ribalta la questione della vasca di laminazione di Bresso che potrebbe risolvere una volta per tutte il problema delle esondazioni del Seveso a Milano: si era mosso per fermare i lavori niente meno che un viceministro del Movimento 5 Stelle. Un grosso problema istituzionale che grazi alla crisi sembra superato, ma che è stato solo un primo passo visto che c’è ancora 5 Stelle sulla Vasca di laminazione anti piene del Seveso. Massimo De Rosa, capogruppo pentastellato in Regione, si è speso ancora sul tema chiedendo di non tagliare gli alberi dove andrebbero posati i massi per il nuovo argine artificiale. Un ennesimo tentativo che sicuramente farà felici le famiglie del supercondominio diventato uno dei simboli italiani della sindrome Nimby, not in my back yard, cioè quella tendenza a essere d’accordo con le soluzioni ai problemi basta che non ci venga chiesto di coinvolgere la nostra proprietà. Insomma un sinonimo dell’egoismo tipico di chi non vuole cambiamenti che implichino un suo coinvolgimento diretto, vuole solo raccoglierne i frutti. Per i 5 Stelle però sono voti e famiglia perché gli eletti lì hanno casa e dunque è una battaglia da cui difficilmente demorderanno, nonostante tutta l’antipatia di chiunque abbia vissuto nella zona nord di Milano negli ultimi quarant’anni. Le esondazioni sono infatti ormai una scadenza fissa come le occupazioni in autunno e i saldi durante la bella stagione. Arrivano come orologi creando danni su danni. Ma a Bresso no e dunque i bressesi non vedono l’utilità della vasca, perché appunto non è nel il loro giardino o la loro cantina ad allagarsi. Il perfetto stile Nimby.
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