Girava armato ma per difesa personale, anche perché pochi giorni prima era stato ferito il suo amico Simba La Rue, e i primi a sparare quella notte, con una pistola a salve, sono stati i due senegalesi, i quali tra l’altro si erano avvicinati con fare minaccioso per rubargli le collane che indossava.
Si è difeso così, con dichiarazioni spontanee davanti al gip di Milano Guido Salvini, Zaccaria Mouhib, ossia il trapper 21enne Baby Gang, arrestato venerdì scorso assieme ad altri dieci giovani del suo gruppo (due minori), tra cui lo stesso Simba, per la sparatoria del 3 luglio in zona Corso Como, nel corso della quale i due senegalesi sono stati gambizzati.
La versione di Baby Gang, difeso dall’avvocato Niccolò Vecchioni, è rimasta in linea con quelle degli altri arrestati già interrogati, tra cui Simba. In più, il 21enne, che formalmente si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha reso una serie di dichiarazioni, ha riferito quello che a suo dire sarebbe stato il motivo scatenante della rissa, ossia il fatto che i due volevano portargli via le collane d’oro che portava quella notte. “Erano minacciosi”, ha aggiunto. Con la pistola che quella sera aveva portato lui, a sparare, come emerso dall’indagine di polizia e carabinieri, coordinata dal pm Francesca Crupi, sarebbe stato, però, un altro del gruppo, Faye Ndiaga.
Baby Gang, tuttavia, compare in un’immagine di quella notte nella quale lo si vede impugnare un’arma e puntarla contro una guardia giurata. Quella, ha detto il trapper, era la scacciacani che aveva sottratto ai due senegalesi.
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