Come previsto hanno violato tutti il silenzio elettorale. Roba da far rizzare i capelli: da chi è stato sul vago, con comunicati di cronaca che richiamavano i nomi di candidati e partiti, a chi è andato proprio dritto al punto invitando a votare un certo candidato della Lega appena uscito da un assessorato. Ma ci sono stati anche Fratelli d’Italia, piddini e quant’altro, segno che queste elezioni non interessano a nessuno e men che meno interessa a qualcuno seguire le regole che dovrebbero renderle valide. A quanto pare però sia del rispetto dei parametri democratici che dei rituali della democrazia rappresentativa sono ormai roba passata. Delle politica è rimasto poco perché dopo trent’anni di hate speech è sinonimo di malvagità e inganno. Ma la situazione stante è molto preoccupante, perché qualcuno il potere lo deve pure esercitare e se non è legittimato dal Popolo, o lo è da Dio o da sè stesso. Dunque bisogna iniziare a considerare che forse gli italiani si sono stufati della democrazia, non la ritengono più necessaria. Sono più attaccati al calcio o comunque a altro. Il tema dunque è capire come ci sia stato questo totale scollamento tra istituzioni e cittadini e come interpretarlo perché anche se gli italiani fanno spallucce poi le leggi le devono subire, pure se trovano qualche scappatoia qui e là per gabbare gli sceriffi di Nottingham. Infatti checché ne pensi il più impenitente qualunquista, non andare a votare non impedisce per nulla la formazione di governi locali o nazionali. Si è solo tornati al momento in cui poche migliaia decidevano le sorti di milioni di ignavi. Se sia un cambiamento positivo o negativo, lo potranno dire solo i decenni a venire.