Caro Attilio felicitazioni ma tendi a dimenticare. Oggi infatti a proposito della tua assoluzione hai scritto: “Sono felice, soprattutto per mia moglie e i miei figli. Io sono abituato alle strumentalizzazioni politiche, loro no, e la cosa che più mi ha rammaricato è che loro soffrissero. Abbiamo trascorso momenti difficili, combattuto un nemico invisibile, infido e non annunciato. Ho fatto tutto quello che potevo per tutelare i miei cittadini, senza avere istruzioni da seguire. Passato notti insonni, con un unico obiettivo: riuscire a sconfiggere il virus. Sono stato accusato, infamato, oggetto di critiche strumentali che il tempo galantuomo ha smontato. Con la sentenza di oggi si chiude un capitolo personale che ristabilisce la verità delle cose“. Eh Attilio in parte è vero, ma come spesso ti accade ultimamente, perdi qualche pezzo. Perché chi scrive è tra quelli che hanno sempre sostenuto che non fosse giusto prendersela con tua moglie o i figli, anche se i tuoi colleghi di partito spesso attaccano proprio così. Ma abbiamo sempre sostenuto che il caso camici fosse qualcosa di ben diverso da un caso giudiziario: era un caso politico. Perché è vero che il nemico era invisibile ed è vero che alcuni ti hanno attaccato in maniera vile, perché ti va riconosciuto che mentre tu parlavi di mascherine altri andavano a prendere aperitivi in Paolo Sarpi e sui Navigli. Ma poi c’è stato tanto altro. Tu che addirittura ti fai beccare dai sistemi anti riciclaggio dello Stato che fai un bonifico da un quarto di milione…dai. Sei pure avvocato, bravo, dicono. Rischiava davvero di fallire l’azienda di famiglia per una donazione così? Pare improbabile, Quello era il problema: la mancanza di capacità di gestione. Solo certi sparatori di titoli potevano credere che davvero ci fosse qualcosa di losco nell’affare camici o in un conto in Svizzera milionario di un dentista. Chiunque si sia curato una carie non avrebbe avuto di questi dubbi. E come chi scrive ti ha difeso da un servizio di Report imbarazzante, allo stesso modo ti avverte: Caro Attilio felicitazioni, ma tendi a dimenticare. Perché il fango mediatico giudiziario è sempre una schifezza, chiunque ne sia la vittima. Ma tu stai lasciando troppo nel cassetto della memoria, sull’esempio dei Sala e degli Zingaretti: durante la pandemia le critiche non sono state tutte strumentali. E la retorica dell’attacco alla Lombardia resterà a nostro parere negli annali della disonestà insieme ai nomi di chi ne ha parlato e chi ne ha scritto. Perché noi tutti abbiamo sbagliato. Hanno sbagliato i giornalisti a occuparsi solo a emergenza avvenuta della sanità lombarda. Hanno sbagliato i cittadini a ragionare come Maccio Capatonda nell’italiano medio, quando hanno pensato che tanto il problema della sanità lo avevano quelli che non potevano pagare. Ma voi avete sbagliato ancora di più e questo va messo come pietra miliare da non ignorare più. Perché sono morti migliaia e migliaia di nostri fratelli di sangue. Dimenticare questa parte è sputare sulle tombe dei lombardi caduti. E questo non te lo possiamo permettere. Quindi, ancora una volta: felicitazioni e meno male che la giustizia sembra volersi lasciare alle spalle gli anni bui delle manette apotropaiche. Ma basta far finta che non sia successo niente. Noi tutti, quindi anche tu da lombardo e da politico, non te lo meriti. Ora festeggia e bevi un bicchiere alla salute di chi ti vuole male, ma quando ti sarai ripreso trova il momento per le scuse. Chiare, senza se, ma, in fondo, eccetera. Così potrai dimostrare di essere un grande politico distanziandoti dal basso livello di certi “democratici” e un galantuomo come il tempo che citavi. Questa è la Lombardia, qui si può sbagliare e ripartire.