E’ stato inaugurato questa mattina, in Piazza Cordusio il primo store italiano di Uniqlo, la catena giapponese nata a Hiroshima nel 1984 ed oggi presente in 22 paesi. L’imponente flagship store è situato proprio di fronte alla Reserve Roastery scelta da Starbucks per iniziare la sua avventura italiana. A presenziare al taglio del nastro, il fondatore del brand di abbigliamento giapponese, Tadashi Yanai, e il Sindaco Giuseppe Sala. I tre piani del negozio, per un totale di 1.500 metri quadrati, sono stati aperti al pubblico dalle 10 di questa mattina, dopo che diverse centinaia di persone si erano messe pazientemente in fila fin dalle 8 del mattino.
“E’ con piacere che apriamo il nostro negozio a Milano, la capitale del mondo nell’ambito della moda“. Ha detto durante la cerimonia Tadashi Yanai, fondatore di Uniqlo e presidente di Fast Retailing, “Qui in Italia ci sono grandi marchi, come Ferragamo o Prada. Noi offriamo complementi che possono essere accostati con tutti i marchi italiani, come a quelli globali. Con noi è possibile giocare con tutti i marchi: questo è la quintessenza dell’abbigliamento quotidiano“.
“Per noi è un’opportunitaà avere un marchio come questo – ha detto il Sindaco – mi dicono che sia il più bello store europeo. Bene per noi. Io personalmente apprezzo Uniqlo perchè fa molto su tanti fronti: dalla politica del lavoro, con i 150 ragazzi assunti, a quella ambientale, visto che qui non si useranno sacchetti di plastica, fino a quella di genere, con il presidente Yanai ha detto che vorrebbe un successore donna. Per tutti questi motivi, molto felice di ospitarvi a Milano“.
A margine dell’evento, interpellato dai cronisti sui progetti in periferia su cui coinvolgere Uniqlo, come promesso alcuni mesi fa, il sindaco ha detto di averne “parlato adesso con il presidente e stiamo analizzando due possibilità: la prima è un progetto sulle periferie. La seconda è che, dato che sono molto attenti alla questione ambientale, ho spiegato loro il nostro progetto dei 3 milioni di alberi da piantare entro il 2030. Magari potrebbe esserci anche quello“.