Ma alla fine in quanti andranno a votare? Perché ci sono moltissime questioni aperte su queste elezioni con nel mezzo qualche tema interessante. Ma viene sottovalutato un aspetto essenziale: i numeri. Quanti milanesi andranno a votare? E quante informazioni ci sono in merito? Perché se uno chiedesse “votano tutti i cittadini della Città Metropolitana?” in pochi saprebbero rispondere. Ci sono inoltre da considerare le cose serie: siamo in un periodo difficilissimo. Vecchi meccanismi in balia dei cambiamenti hanno indebolito persino i diritti civili più elementari come il lavoro e la salute, quindi chi ha un lavoro ha tutte le intenzioni di tenerselo. Dunque, avrò davvero voglia di dedicare due giorni alle elezioni quando potrebbe fare una scappata al mare o in montagna? Oppure un’ultima grigliata in giardino prima che diventi davvero impossibile. Gli stipendi saranno appena arrivati perché siamo poco dopo fine mese, dunque gli animi tenderanno a sedarsi almeno per un po’. Dunque quanti saranno a recarsi alle urne? Perché è vero che c’è stato il rientro, ma per chi lavora è tempo di lavorare. Riaccendere i motori che ai primi di ottobre saranno ai massimi e ci resteranno per almeno tre mesi. Quindi ci si chiede ma alla fine in quanti andranno a votare? Perché dipende anche da chi va. Le defezioni potrebbero essere più a destra che a sinistra perché ormai chi lavora vota a destra. A sinistra è rimasta la piccola borghesia impoverita ma rinvigorita da una teoria del nuovo millennio in via di digestione. Loro ci saranno. Ma in quanti? Perché chi sta a partita Iva deve fare cassetto. Non c’è tempo per gente che guadagna sei volte te e ti parla di sacrifici. Vada come vada sarà interessante vedere i risultati.