La pandemia di Covid-19 ha avvicinato gli italiani alle tecnologie digitali. Facendo apprezzare i loro vantaggi a una fetta sempre più consistente di nostri concittadini, e costringendoli giocoforza ad aumentare le proprie competenze. Dunque, la pandemia di Covid-19 ha avvicinato gli italiani alle tecnologie digitali: il dato emerge da una ricerca presentata da Deloitte nel corso del Deloitte Innovation Summit, realizzata attraverso interviste a un campione di oltre 6.000 cittadini italiani ed europei. L’87% degli italiani, emerge dall’analisi, è a proprio agio nell’utilizzare le tecnologie digitali, meglio di quanto fanno Regno Unito e Francia, dove la percentuale è del 77%, mentre il 59% dei pensionati si è reso conto, in seguito all’emergenza sanitaria, che le innovazioni digitali non sono difficili da utilizzare. Durante il lockdown il 34% degli italiani ha “scoperto” lo shopping online per i beni non di prima necessità e il 32% si è avvicinato per la prima volta all’e-banking Lo spostamento verso il digitale di una parte delle nostre vite ha però fatto emergere anche delle criticità: così un italiano su due ritiene che durante il lockdown i fattori strutturali più carenti siano stati l’accesso alla connettività veloce (50%) e l’accessibilità digitale dei servizi scolastici (49%). Inoltre, il 44% degli italiani ritiene che debbano essere migliorati i sistemi di monitoraggio della popolazione messi in piedi per contenere il contagio. Il 65%, poi, individua il distanziamento sociale sui mezzi pubblici come la priorità di intervento in tema mobilità (a fronte del 50% estero) e il 61% vorrebbe monitoraggio e contingentamento dei relativi ingressi (45% all’estero). Inoltre il 43% degli italiani (a fronte di una media del 30% all’estero) vorrebbe che la ricerca e l’innovazione nei prossimi 5 anni si concentrasse sullo sviluppo di assistenza sanitaria più veloce ed efficace.