Manca l’interprete, slitta il processo al terrosista Fathe. Bisognerà aspettare fino ancora due settimane per sentenza a carico di Mahamad Fathe, lo yemenita 23enne che nel settembre 2019 aggredì un militare di pattuglia nell’area della Stazione Centrale di Milano colpendolo al collo con un paio di forbici. Il verdetto del Tribunale di Milano era atteso per oggi ma l’udienza è stata rinviata al 26 novembre per l’assenza dell’interprete: slitta il processo al terrosista Fathe, per un problema apparentemente ridicolo. Secondo il pm Enrico Pavone, l’uomo – che al momento di essere bloccato urlò “Allah akbar”, la tipica frase pronunciata dagli autori di attentati di matrice islamica – è colpevole di tentato omicidio aggravato dalla finalità terroristica. “Un lupo solitario – lo aveva definito il magistrato durante la sua requisitoria – che voleva colpire lo Stato italiano attraverso l’omicidio di un appartenente alle forze dell’ordine”. Il rappresentante della pubblica accusa aveva chiesto una condanna 14 anni e 3 mesi di carcere. Salvo ulteriori imprevisti o slittamenti, il verdetto arriverà il 26 novembre dopo l’arringa della difesa.