Il sindaco Giuseppe Sala, è stato contestato da una parte dei manifestanti presenti in piazza Fontana per commemorare i caduti della strage del 12 dicembre 1969. A scatenare la reazione e fischi di una parte della piazza, una frase del primo cittadino sullo sciopero indetto per il prossimo 16 dicembre da Cgil e UIL. “Lo sciopero è probabilmente sbagliato, ma è un diritto” ha iniziato a dire Sala, il quale però non è inizialmente riuscito a terminare il suo discorso a causa dei fischi, dei cori e delle interruzioni di alcune persone. Dopo una serie di battibecchi, in cui il sindaco ha anche perso la pazienza invitando un interlocutore “a non dire cazzate”, il primo cittadino di Milano è riuscito a concludere il suo discorso.
Al termine dell’intervento del sindaco Sala, salutato da un tiepido applauso da parte delle tante persone presenti alla commemorazione, ha preso la parola Paolo Silva, vice presidente dell’Associazione Famigliari delle Vittime di Piazza Fontana, il quale ha voluto lanciare un appello ai pochi che continuavano a contestare le parole del primo cittadino di Milano: “Chiedo la cortesia di non interrompere questa manifestazione che per noi è sacra, siamo qui per ricordare i nostri morti. Vergognatevi” ha detto. Al termine della manifestazione, avvicinato dai giornalisti presenti, il sindaco Sala ha voluto chiarire il senso delle parole che hanno provocato la reazione di una parte della piazza. “Stavo dicendo probabilmente il contrario del motivo per cui sono stato interrotto – ha detto -, cioè che in questo momento in cui il lavoro lo si perde attraverso un whatsapp, la difesa del lavoro a volte avviene anche attraverso uno sciopero. Per cui io non so se sia giusto o sbagliato lo sciopero, ma so che ho sentito molti giudizi superficiali di persone che ne sapevano non tanto e che non erano al tavolo di quelle trattative, per cui ribadisco che in questo momento c’è bisogno di grande, grande equilibrio”.