Il XXIX Rapporto sulle migrazioni 2023, elaborato da Fondazione ISMU ETS (Iniziative e Studi sulla Multietnicità), è stato presentato presso la Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi.. I dati mostrano come al 1° gennaio 2023 gli stranieri presenti in Italia siano circa 5 milioni e 775mila, 55mila in meno rispetto alla stessa data del 2022. Il bilancio demografico mostra una significativa crescita della popolazione straniera residente in Italia (+110.000 unità) mentre diminuisce la componente irregolare, che si attesta sulle 458mila unità, contro le 506mila dell’anno precedente. Il calo degli irregolari è dovuto principalmente all’avanzamento delle regolarizzazioni attuate nel 2022.
I dati del 2021-22 confermano che la maggioranza degli studenti con cittadinanza non italiana (CNI) si concentra nelle regioni settentrionali, a seguire nel Centro e nel Mezzogiorno. La Lombardia accoglie 222.364 alunni con background migratorio, seguita da Emilia-Romagna (106.280) e Veneto (96.105). In Emilia-Romagna gli studenti con CNI rappresentano, in rapporto alla popolazione scolastica regionale, il 17,4%, il valore più elevato a livello nazionale. Segue la Lombardia con il 16,3% di alunni con CNI ogni 100 iscritti nelle scuole di diverso ordine e grado. La provincia italiana con il più alto numero di studenti stranieri è Milano (80.189), seguita da Roma (63.946) e Torino (39.184).I dati sono contenuti nel XXIX Rapporto sulle migrazioni 2023, elaborato da Fondazione ISMU ETS. In generale dopo la decrescita temporanea del 2020-21, nell’anno scolastico 2021-22 il numero degli alunni con background migratorio si attesta a 872.360 presenze (quasi +7.000), pari al 10,6% del totale degli iscritti nelle scuole italiane. All’inizio dell’anno scolastico 2023-2024 i valori attesi degli alunni non italiani nelle scuole statali erano di 869.336. Nell’aprile del 2023 il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha certificato la presenza di 888.880 alunni con entrambi i genitori stranieri per l’anno scolastico 2022-23. A tale ritmo di crescita, si presume che in circa 10 anni si potrà arrivare al traguardo di un milione di alunni con background migratorio. Gli studenti con cittadinanza non italiana (CNI) sono originari di quasi 200 Paesi differenti e il 44% circa di essi è di origine europea. Più di 1⁄4 è di origine africana, attorno al 20% di origine asiatica e quasi l’8% dell’America latina. La cittadinanza più numerosa è rappresentata dalla Romania con oltre 151mila studenti. Seguono Albania (quasi 117mila studenti) e Marocco (111mila). Al 13 giugno 2022 sono 27.506 gli studenti ucraini accolti nelle scuole: 12.713 nelle primarie, 6.148 nelle scuole dell’infanzia, 6.086 nelle secondarie di primo grado e 2.559 nelle secondarie di secondo grado. Altri 3.019 sono stati accolti dai Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti. Il numero maggiore di studenti ucraini si è inserito in Lombardia (5.748), Emilia-Romagna (3.218) e Campania (2.744).
Nell’anno scolastico 2021-22 le scuole senza allievi con CNI scendono al 18%. Aumenta leggermente la fascia con meno del 30% di alunni di origine immigrata (74,8%). Le scuole con il 30% e oltre di alunni con background migratorio sono il 7,2% del totale. I nati in Italia rappresentano il 67,5% degli alunni con CNI. (Cittadinanza non italiana). I nati in Italia figli di immigrati sono passati da 577.071 nel 2020-21 a 588.986: quasi 12mila unità in più. Dalla prima rilevazione dell’anno scolastico 2007-08 ad oggi, il gruppo si è triplicato e rappresenta il 67,5% degli alunni con CNI. Più dei due terzi degli alunni censiti come italiani sono costituiti da seconde generazioni. L’incidenza percentuale delle seconde generazioni cresce in tutti i livelli scolastici, a parte le primarie. Nelle scuole dell’infanzia, 83 sono i nati in Italia ogni 100 alunni con background migratorio, 73,6 alla primaria, 66,9 alle secondarie di primo grado e 48,3 in quelle di secondo grado. Il ritardo scolastico rimane un aspetto problematico. Nell’anno scolastico 2021-22 riguarda il 25,4% degli stranieri (gli italiani sono l’8,1%). Nel complesso, il ritardo fra i non italiani si è ridotto nel tempo. Tuttavia, le percentuali di studenti in ritardo sono ancora molto elevate, soprattutto nelle secondarie di secondo grado, dove quasi la metà degli studenti di origine immigrata è in ritardo di uno o più anni (48,4%). Altri due fenomeni che continuano a essere preoccupanti sono l’abbandono precoce degli studi e la lontananza dal sistema di istruzione/formazione/lavoro. Nel 2022 gli ELET cioè i giovani che si sono fermati alla scuola secondaria di primo grado, sono ancora il 28,7% dei 18-24enni stranieri, ovvero il triplo degli autoctoni, che scendono al 9,7%. I giovani in condizione di NEET (Not in Education, Employment or Training, ovvero i giovani che non studiano né lavorano) fra i 15 e i 29 anni si attestano al 29% del totale, circa il doppio degli italiani (17,9%). Negli ultimi dieci anni gli alunni con background migratorio sono rimasti una componente stabile degli istituti tecnici, mentre si è ridotta la quota negli istituti professionali ed è cresciuta in eguale misura la presenza nei licei. Nell’anno scolastico 2021-22 sul totale degli alunni con background migratorio il 32% frequenta il liceo. Seguono gli iscritti agli istituti tecnici, precedendo la quota dei non italiani negli istituti professionali (28,9%), che continua lentamente a scendere.