Anche Fontana vota no al Referendum. Il presidente della Lombardia Attilio Fontana si schiera dunque per il No. Il motivo lo spiega lui stesso all’Ansa: “La nostra Costituzione è importante perché è equilibrata, ha una serie di pesi e contrappesi che fanno in modo che tutto stia in piedi. Io sono preoccupato quando si fanno delle modifiche costituzionali con degli strappi, perché si rischia poi di creare un vulnus in un’altra parte della Costituzione” ha motivato il governatore della Lega “Se l’unica proposta che viene avanzata in questo momento è quella di andare verso un proporzionale puro, non mi sembra la strada giusta. Credo che per cambiare la Costituzione lo si debba fare in maniera assolutamente seria”, ha concluso. Ognuno ha i suoi motivi, ma la scelta verso la quale sembra orientato Fontana riporta il tema di come questo Referendum abbia spaccato i gruppi politici: il più importante governatore leghista non è un leghista qualsiasi. Come non lo è Giancarlo Giorgetti, il numero due dei salviniani, anche lui deciso per il No. Una spaccatura presente tanto nella Lega quanto negli altri partiti, perché la domanda se toccare la Costituzione e il Parlamento è trasversale: chi riesce a mettersi a favore della politica di questi tempi? La parola è ormai sinonimo solo di privilegi, ruberie e ogni nefandezza umana. La vicenda dei rimborsi richiesti dai parlamentari è stata fatta esplodere in questo periodo proprio per questo: soffiare sul fuoco dei forconi. E permettere a Di Maio di raggiungere una vittoria politica dopo una serie di schiaffoni senza precedenti. Ma se anche Fontana vota no al Referendum non pare sia per una spaccatura interna al partito, quanto come per gli altri partiti la strategia sembra questa: votiamo sia sì ufficialmente, che no ufficiosamente. Così in ogni caso la vittoria è assicurata. L’unico che può perdere è proprio Di Maio e i 5 Stelle.