Crisanti: “Quelli del Cts la pandemia l’hanno vista in televisione”. Una bomba così sembrerebbe lanciata da Matteo Salvini o Giorgia Meloni, invece no. Si tratta di Andrea Crisanti, l’uomo a cui è stato dato il merito dell’ottima gestione della pandemia in Veneto. Il professore di microbiologia dell’Università di Padova ha iniziato a lanciare attacchi duri con frasi all’apparenza tautologiche come: “Il comitato tecnico scientifico avrebbe bisogno di supporto tecnico scientifico”. Parrebbe una battuta, invece è proprio l’idea del professore che insieme a Massimo Galli del Sacco è tra i più seri e affidabili punti di riferimenti per l’opinione pubblica e per le strategie anti coronavirus. Ecco infatti arrivare l’affondo di Crisanti: “Quelli del Cts la pandemia l’hanno vista in televisione”. Quindi il premier Giuseppe Conte sta decidendo come limitare le libertà degli italiani in base alle indicazioni di gente che la pandemia l’ha vista in televisione. Sarebbe come decidere che leggi fare ascoltando solo chi vive nei centri cittadini di Roma e Milano. Ne verrebbe fuori una visione distorta della città, qualcosa di molto lontano e di fondamentalmente sbagliato. Una descrizione che sembra corrispondere a certi pasticci combinati proprio dagli “esperti”, cioè i rappresentanti del Comitato tecnico scientifico. Questo gruppo sta di fatto agendo da governo ombra senza aver chiarito in base a quali meriti. Invece chi come Crisanti ha oggettivamente dimostrato di sapere dove mettere le mani in caso di pandemia, devono pure commentare le loro decisioni. Forse Giuseppe Conte ha il dovere di spiegare agli italiani come e perché sono stati scelti i membri del Cts. Perché la televisione l’hanno in tanti.
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