La riforma della sanità lombarda è in ritardo. Domani scadono i termini imposti dal ministro della Salute Roberto Speranza per calendarizzare la revisione della legge regionale che regola la sanità regionale. Nella lettera da Roma era chiarito che entro il 16 gennaio doveva essere messa in calendario la revisione di una legge regionale bocciata dal rapporto Agenas, l’agenzia nazionale che studia il settore per conto del governo e delle regioni. Un lavoro impegnativo, ma che al nel mese passato ha visto i vertici regionali impegnati a silurare Giulio Gallera e altri nomi secondari della giunta. In questi giorni il neo assessore al Welfare Letizia Moratti è impegnata a costruire la squadra con cui lavorerà, quindi la riforma della sanità lombarda è in ritardo. E lo sarà ancora perché il gioco delle figurine continua, mentre la crisi da pandemia continua a mordere la Lombardia. I vaccini sono ripartiti, ma le chiacchiere hanno rallentato i lavori anche sul altri fronti: alle soglie del primo compleanno della crisi da Covid19 la Lombardia non ha un piano per i vaccini. Sono stati individuati 65 punti dove stoccare le dosi, ma nessuno sa chi le dovrà somministrare, dove, ecc. E di questo passo è facile che non ci sarà, perché la nuova ondata sta per investire la regione e a quel punto sarà del tutto inutile avere piani inattuabili. A meno che non si tratti di una sorta di trucco per evitare cause legali contro la dirigenza regionale.