25 maggio | Presentazione del volume: “L’affaire 7 aprile. Un caso giudiziario tra anni di piombo e terrorismo globale”. Giovedì 25 maggio 2023 ore 18:00 Casa della Cultura, via Borgogna, 3 Milano.
Fondazione ISEC e la Casa della Cultura vi invitano alla presentazione del volume L’affaire 7 aprile. Un caso giudiziario tra anni di piombo e terrorismo globale, di Roberto Colozza (Einaudi 2023).
Ne discuteranno con l’autore Chiara Dogliotti (Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell’Età contemporanea), Luca Falciola (Columbia University di New York) e Guido Panvini (La Sapienza Università di Roma). A introdurre e moderare l’incontro ci sarà Giorgio Bigatti (Fondazione ISEC).
L’appuntamento è alle 18, alla Casa della Cultura in via Borgogna 3, a Milano. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.
Il 7 aprile 1979 una serie di clamorosi arresti colpí militanti della sinistra extraparlamentare, tra cui intellettuali che avevano fatto la storia di quel comunismo eretico espresso da gruppi sovversivi come Potere operaio e Autonomia operaia. Firmò gli ordini di cattura il magistrato Pietro Calogero della procura di Padova, città dove imperversava la violenza autonoma e dove insegnava il principale imputato: Antonio (Toni) Negri, pensatore politico e teorico del sabotaggio anticapitalista. Partito dalla provincia veneta, il 7 aprile diventò un caso nazionale in cui i “cattivi maestri” di una cultura politica ribelle erano accusati di aver tirato i fili della lotta armata fino a dirigere il rapimento e l’omicidio di Aldo Moro nel 1978. Loro, i sovversivi, nella stragrande maggioranza dei casi non negavano di essere tali. Addebiti specifici a parte, la loro autodifesa passava essenzialmente attraverso un assunto: che l’inchiesta mirasse a criminalizzare una generazione politica. Da questo duello intorno ai principî-chiave dello Stato repubblicano – il dovere di difenderlo, il diritto di contestarlo – scaturisce una complessa vicenda politica e giudiziaria che ha attraversato la Guerra fredda ed è giunta fino ai giorni nostri, intrecciandosi con le urgenze securitarie dell’antiterrorismo globale.
Con l’espressione «7 aprile» s’intende una vasta inchiesta giudiziaria partita negli anni Settanta a Padova e sfociata in una serie di catture il 7 aprile del 1979. Finirono in manette esponenti di Autonomia operaia e movimenti affini, molti dei quali avevano avuto esperienze militanti in Potere operaio tra il 1969 e il 1973, anno di scioglimento del gruppo. Parte dell’inchiesta fu presto trasferita a Roma, sulla base d’imputazioni che miravano a dare una risposta complessiva allo scontro fra Stato e lotta armata all’indomani dell’omicidio Moro. Cosicché il 7 aprile, fin dall’inizio, si configurò come una resa dei conti per le sorti della Repubblica. All’interno del piú grande match tra istituzioni e sovversivi, una sorta di sfida in famiglia oppose il Partito comunista italiano del compromesso storico, legalitario e antiterrorista, a un’estrema sinistra antisistema e incline all’impiego della violenza. Anche se molto è stato scritto sul «7 aprile», mancava una messa a punto interpretativa attenta a tutti i risvolti della vicenda. È ciò che offre Roberto Colozza con questo volume, utilizzando, a ragion veduta, l’espressione affaire. Per definizione, l’affaire divide l’opinione pubblica intorno a un caso giudiziario in cui si rovesciano i ruoli tra accusatore e accusato. Quest’ultimo subisce inizialmente il castigo ma reagisce denunciando chi l’accusa e costruendo una strategia di contrattacco per convincere la società delle proprie ragioni. Il caso esce cosí dalla mera dimensione giudiziaria, diventando patrimonio collettivo.