In difesa del panico da AstraZeneca

In difesa del panico da AstraZeneca. Sembra strano perché oggi i giornali si occupano di quanto il panico da AstraZeneca abbia portato la politica e i dirigenti delle Agenzie (che sono nominati dalla politica) a sospendere AstraZeneca. Ieri riportavano ossessivamente e con titoli non corrispondenti alla realtà ciò che era successo in varie parti d’Europa: poche decine di casi non chiari di morti su milioni di vaccinati sono stati raccontanti come un fenomeno diffusissimo. Sapevano però nelle redazioni che la correlazione tra vaccini e morte avrebbe colpito quell’universo no vax tanto isterico quanto vasto e potente per chi vuole vedere correre i click. Guarda caso la pressione si è riversata sulla politica e su chi ha nominato. Causando uno stop alla campagna vaccinale. Ma la colpa, se il tema fosse quello, sarebbe solo di chi scrive? O forse anche di chi ha creato volutamente un popolo di incapaci a comprendere un ragionamento di più di frasi? Perché gli italiani ormai hanno la concezione della scuola come il posto dove piazzare i figli più a lungo possibile e dove di fatto i voti sono l’obbiettivo e il diritto di tutti. Così i professori, una professione scelta a lungo da chi in realtà voleva solo un secondo stipendio (basta guardare quanti distacchi ci sono, cioè gente che dovrebbe insegnare e non insegna), sono stati selezionati sempre peggio: oggi buona parte sono di fatto dei distributori di sufficienze. Così sono tutti contenti. E poi i ragazzi diventano adulti incapaci di ragionare. Idioti molto utili, perché credono a tutto. Indistintamente. Infatti sono credenti, ottimi cristiani. Seppure in Chiesa si veda poca gente. Intimorite pecorelle pronte a sobbalzare a ogni sussulto. Ma sono stati voluti così, perché era più semplice governare un popolo idiota. I social poi hanno fatto sentire importante chiunque, esasperando l’idiotismo diffuso. Dunque, se si sono voluti così, hanno il diritto di esserlo. Quando la scuola tornerà a essere un luogo di formazione e non un votificio che credi diplomati a mala pena di leggere e scrivere, quando i giornali si saranno evoluti per stare sul mercato senza sparare false notizie, allora si potranno criticare i no vax. Ma fino ad allora noi ci schieriamo in difesa del panico da AstraZaneca.