Il pericolo delle parole illogiche

Il pericolo delle parole illogiche. Lo vediamo nascosto in quelle frasi come: “Dobbiamo aprire, sperando che non si impennino i contagi”. Lo dicono e lo ripetono tg e giornali. E tutti sembrano convinti, tranne Mario Draghi che ha provato a trovare un compromesso con l’idea di aperture irreversibili. Cioè apriamo quando siamo sicuri di non richiudere. Perché nonostante sia italiano, Draghi resta un uomo serio e dal polso fermo. Ma nemmeno lui può niente sul tamtam che innalza il pericolo delle parole illogiche. E sono illogiche perché dopo un anno avremmo dovuto saperlo: se si apre, si impennano i contagi. E’ uno dei problemi del Sars-cov-2: si trasmette veloce come e più della normale influenza. Ma se non fosse bastata l’esperienza passata pochi giorni fa c’è stato il caso Sardegna: prima ha aperto e tutti hanno festeggiato il modello Sardegna che era in zona bianca. Una settimana di liberi tutti e hanno dovuto chiudere in fretta e furia. Non c’è scampo finché non ci saranno abbastanza vaccini. E, come dimostrano il Regno Unito e gli USA, la vera lezione è che certe aziende nazionali non si vendono. Perché se poi non hai la catena produttiva per creare vaccini, sei il primo della fila dei Paesi poveri. Anche se in teoria sei un partner. Avevamo 30 milioni di vaccini Astrazeneca sul territorio nazionale. Quanto bastava a vaccinare una bella fetta di italiani. Quasi tutti quelli che servivano. Ma erano di proprietà degli inglesi. E quindi ci siamo attaccati al tram. E i vaccini sono partiti in parte per il Regno Unito, in parte per i Paesi poveri. Domenico Arcuri aveva avviato il finanziamento di una linea nuova, ma a quanto pare è un modello già vecchio di vaccino. Classico: arriviamo tardi e sprechiamo le risorse ancora disponibili. Allora in una situazione drammatica di nazione ridottasi a una miriade di piccole manifatture schiave di colossi finanziari stranieri, le parole illogiche sono pericolose. Perché permettono la continuazione del teatrino a cui siamo abituati: tante parole, un po’ di soldi a tutti e una bella magnata con Montalbano in tv e passa la paura. Il problema però è che i soldi sono finiti. E già nel recente passato c’è stato l’esempio di Nexi, altro gioiello italiano presa dagli stranieri. E lo hanno permesso tutte queste parole illogiche che sentiamo: eravamo impegnati a dire idiozie e risponderci, mentre gli altri pensavano alle cose serie.