Si è svolta ieri in piazza Duomo una manifestazione contro il ddl Zan dal titolo “#restiamoliberi”, promossa in occasione della Giornata internazionale della famiglia. All’iniziativa, organizzata da “Pro Vita e Famiglia”, stanno partecipando circa un migliaio di persone nel pieno rispetto delle norme anti-Covid. Tra i presenti anche il leader della Lega, Matteo Salvini, e l’assessore regionale lombardo alla Sicurezza e consigliere comunale di FdI a Milano, Riccardo De Corato. Quest’ultimo ha spiegato di essere intervenuto, insieme con altri esponenti del suo partito, “per dire no ad una legge ambigua e liberticida: la repressione di idee e opinioni di chi non si accoda al pensiero unico del politically correct non è certo un passo verso la modernità, bensì si chiama regime”.
Il vicepresidente di “Pro Vita e Famiglia”, Jacopo Coghe, ha affermato che “le vere vittime del Ddl Zan saranno la libertà, le donne e i bambini: la libertà perché manifestazioni come queste saranno considerate legali o illegali a discrezione di un giudice; le donne perché accadrà, come in Messico, che gli uomini si dichiareranno donne occupando così le quote rosa o gareggiando negli sport femminili come già sta accadendo; i bambini perché l’ideologia del gender, che per anni ci hanno detto non esistere, è teorizzata all’articolo 1 del testo di legge Zan”.
La polizia ha allontanato dalla piazza un gruppetto di contestatori. I contro-manifestanti, appartenenti ad associazioni studentesche come Rete degli Studenti e Tsunami e a centri sociali, si sono presentati attorno alle 16 al grido ‘Vergogna vergogna, ddl Zan subito’. La Polizia è intervenuta per tenere i due gruppi separati anche con qualche manganellata nei confronti degli studenti che si sono poi spostati verso Piazza Fontana, dove poi si sono fermati per un sit in pacifico.