Scandalo molestie in Confcommercio: un’altra mazzata al teorema Sangalli. Perché in sordina sui giornali è passata un’altra notizia: la versione di Sangalli sui 200mila euro che ha versato alla sua ex collaboratrice non sarebbero il risultato di un’estorsione come sostenuto dal capo di Confcommercio, ma il giusto risarcimento per una donna che ha dovuto subire le attenzioni non richieste del boss dei commercianti. Il titolo del Corriere di ieri è una vera mazzata: “Le accuse di Sangalli? Inattendibili e fantasiose, voleva coprire la realtà”. L’ex assistente è stata infatti assolta, come riporta il sempre ottimo Guastella sul Corriere. Lei è un ex dirigente non erano in combutta per ricattare il potentissimo Sangalli, anzi più si va avanti e più appare chiaro che Sangalli sembra scaduto nella più classica situazione da manager/politico: ha pensato di potersi “fare” la segretaria senza conseguenze, quasi fossimo in un film sugli anni Cinquanta del Novecento. Per poi, una volta denunciato, descriverla come una donna avida e truffatrice. Ma il suo teorema sta crollando: prima lo ha colpito la testimonianza di Guzzetti che ha di fatto confermato le accuse della donna, poi la sentenza sulla presunta truffa. In tutto questo resta da capire come Sangalli possa rimanere al suo posto: il codice etico di Confcommercio sembra molto lontano da un dirigente che paga centinaia di migliaia di euro per chiudere una storia di molestie. L’Osservatore ha provato a chiedere un commento o la conferma di possibili dimissioni al capo dei commercianti, ma non è arrivata risposta. Attendiamo fiduciosi. Intanto va sottolineato ancora come la famosa società civile che spesso bastona la politica e i costumi altrui sembri ogni giorno più incivile.