Al PAC la sesta edizione di Ri-scatti

Al PAC la sesta edizione di Ri-scattiOltre ottanta fotografie fortissime raccontano una realtà scottante, scomoda e a tratti agghiacciante: quella della condizione di schiavitù in cui nel 2020 versano ancora le vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale nell’area metropolitana della Grande Milano. Una realtà che spesso non si conosce oppure che si fa finta di non vedere e di cui si preferisce non parlare. Il risultato è un inedito racconto per immagini realizzato da sette prostitute dell’hinterland milanese, di cui tre rumene, due nigeriane e due transgender peruviane, che sono state lasciate libere di raccontarsi scattando loro stesse delle fotografie rappresentative della propria realtà, fatta sì di strada, ma anche di vita quotidiana.
Sono loro le protagoniste della mostra dal titolo “Ri-scatti. Per le strade mercenarie del sesso”, in programma dal 16 al 25 ottobre prossimi ad ingresso libero, organizzata per il sesto anno consecutivo insieme al PAC Padiglione d’Arte contemporanea di via Palestro da Ri-scatti ONLUS – l’associazione di volontariato milanese che dal 2014 realizza progetti di riscatto sociale attraverso la fotografia – e promossa dal Comune di Milano con il sostegno di Tod’s.
Non senza un risvolto charity. Le istantanee esposte durante la mostra, infatti, saranno messe in offerta e il ricavato sarà utilizzato per supportare le attività di Associazione Lule ONLUS, a sostegno delle vittime della tratta a scopo di sfruttamento sessuale.

Curata dal conservatore del PAC, Diego Sileo, l’esposizione è forse la più toccante delle sei organizzate da Ri-scatti Onlus dal 2014 a oggi. Meg, Jo, Beth, Amy, Hannah, Daisy e Sallie – in realtà nomi fittizi presi a prestito dal romanzo “Piccole donne” a tutela della loro identità – sono donne di età compresa tra i 19 e i 50 anni, talvolta mamme di bambini, qualcuno ancora neonato, altri adolescenti. Hanno affitti da pagare e spesso genitori a carico. Vivono per lo più a Milano, alcune al massimo nell’hinterland, ma sono prive della libertà perché sono schiave di uno dei mercati più spietati al mondo, strappate dai loro Paesi con promesse, inganni e violenze, per offrirsi al consumatore finale, per lo più italiano, che a sua volta le usa, talvolta le picchia e talaltra le deruba.

Con loro Amedeo Novelli, Federico Bernini e Marcello Fauci, fotografi e fotoreporter professionisti dell’agenzia “Visual crew”, insieme al curatore Diego Sileo, hanno tenuto per tre mesi un workshop di fotografia organizzato non senza difficoltà da Ri-scatti Onlus, per accendere i riflettori su uno spaccato a dir poco terrificante. È stato possibile entrare in contatto con queste donne grazie alle educatrici del progetto Traffic light, che le assiste ogni notte sulla strada. Grazie al rapporto di fiducia che “Traffic light” ha costruito nel tempo, si è riusciti a tenere il corso di fotografia anche “on the road”, la notte, in un camper.

I loro scatti raccontano un mondo emarginato e spietato, una realtà dolorosa fatta di donne che hanno subito così tanto, e in modo così involontariamente coraggioso, da essere arrivate al punto di credere che ciò che sono costrette a fare sia l’unico modo per non arrendersi. Un mondo tenuto nascosto dall’ipocrisia, dall’ignoranza e dall’indifferenza della società, di chi rimane in silenzio o ancor peggio di chi fa finta di niente.

I fondi raccolti attraverso la vendita delle fotografie andranno a “Lule ONLUS”, associazione laica nata nel 1998 ad Abbiategrasso, che, con 20 operatori professionisti e 35 volontari, da oltre 20 anni offre aiuto alle vittime della tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale con programmi di intervento mirato all’assistenza, all’integrazione e al recupero sociale delle stesse. Sul territorio di Città metropolitana di Milano, Associazione Lule interviene come partner del progetto “Anti tratta derive e approdi” di cui il Comune di Milano è capofila. Lo sfruttamento della prostituzione è un reato disciplinato dalla legge n. 75 del 1958.

Il sistema italiano in aiuto alle vittime di tratta è considerato come un esempio da seguire a livello internazionale, per via della centralità attribuita alla vittima e alla costante attenzione per il rispetto dei suoi diritti. L’intero sistema si articola sui programmi di emersione e prima assistenza (previsti dall’articolo 13 della Legge 228/2003) e sui programmi di assistenza e integrazione sociale (previsti dall’articolo 18 del decreto legislativo 286/1998). Il Dipartimento delle Pari opportunità finanzia in tutta Italia progetti condotti dagli Enti anti-tratta. I progetti anti-tratta operativi sulle 12 province della Lombardia sono due: “Derive e approdi” (capofila Comune di Milano) e “Mettiamo le ali” (capofila Associazione Lule).

In Italia le vittime di tratta sessuale sono circa 70.000, di cui solo 4.000 in Lombardia. Una su 4 è minorenne. Il 42% viene dalla Nigeria, il 49% dall’est europeo, il 4,5% dall’Albania, il 2% dall’America del sud. I clienti sono 9 milioni, ovvero un italiano su 3 (fonti: Parsec – www.cooperativaparsec.it; Eurojust – www.eurojust.europa.eu/Pages/home.aspx).
Numeri a dir poco impressionanti che non possono passare inosservati e fanno riflettere, proprio come la singolare installazione teatrale NOBODY – “Viaggio sensoriale attraverso la tratta e lo sfruttamento sessuale”, a cura di Compagnia Favolafolle e Lule ONLUS. L’opera andrà in scena gratuitamente al PAC come evento collaterale alla mostra fotografica, nelle giornate di sabato 17 e domenica 18 ottobre, con l’obiettivo di offrire al pubblico un’esperienza immersiva e sensoriale sul tema dello sfruttamento della prostituzione e della tratta di esseri umani, per capovolgere le prospettive e attirare l’attenzione non soltanto sull’aspetto sociale, ma anche su quello umano, di un fenomeno che non accenna a diminuire.

La sfida di Ri-scatti ONLUS e del PAC è quella di rompere il silenzio e l’ipocrisia e invitare ciascuno a riflettere e intervenire, sensibilizzando uomini e donne. “Ri-scatti. Per le strade mercenarie del sesso” vuole stimolare un cambiamento culturale attraverso lo strumento della fotografia, contribuendo alla definizione di un pensiero critico relativo al tema dei diritti umani.

Le ottanta fotografie della mostra sono state generosamente stampate anche quest’anno a titolo gratuito da FDP, laboratorio fotografico con sede a Monza dal 1976, specializzato in stampe “fine art” e “C print” nonché in stampe dirette su vari supporti.