di Emanuele La Veglia – Fondata a Monza nel 1943, Arredoluce è stata per decenni un’azienda di primo piano nel light design italiano fino alla chiusura nel 1986, con la morte di Angelo Lelii, l’imprenditore da cui era iniziato tutto. Quattro anni fa il rilancio: PENTA Group ne acquista il marchio, ribattezzandolo Arredoluce Milano 1943. Ne parliamo con il Ceo Andrea Citterio, alla guida del gruppo proprio da quel 2015.
Tanti brand italiani vengono venduti all’estero. La vostra società fa una scelta inversa, decidendo di puntare su una storica realtà del nostro Paese. Si tratta di un omaggio alla storia e ai maestri che hanno fatto grande la luce italiana.
Arredoluce è un patrimonio per tutto il made in Italy e questo ci garantisce di affacciarsi in modo importante al segmento heritage di mercato, molto ricercato e di
grande tendenza in tutto il mondo. Far tornare in vita un’icona storica del design ha rafforzato ulteriormente il posizionamento del nostro Gruppo nel settore del lighting nazionale di alta gamma.
Com’è stato il ritorno in campo dopo quarant’anni al Salone del Mobile, nell’ambito di Euroluce 2019?
In quell’occasione abbiamo presentato le prime sei riedizioni di noti prodotti di Arredoluce, oggetti presenti in musei e collezioni private di tutto il mondo. Mi
riferisco al Pavone di Gio Ponti (1961), all’iconica Golden Gate (1968) di Nanda Vigo e alle geniali creazioni di Angelo Lelii: La Triennale (1947), in versione terra e
sospensione, la Stellina (1959) e la Cobra (1962), entrambi da tavolo e la Argo (1963), terra e sospensione. A queste abbiamo affiancato le nuove collezioni Penta,
caratterizzate da tratti più minimali e contemporanei, in linea con lo spirito del tempo. Le lampade esposte, ma soprattutto la novità dello storico ritorno del brand, hanno attirato più di 25mila visitatori al nostro stand.
A quali modelli guarda la vostra produzione?
Oltre ai già citati Gio Ponti e Nanda Vigo, tra gli storici collaboratori di Arredoluce bisogna ricordare Ettore Sottsass, i fratelli Castiglioni, Vico Magistretti e Franco
Albini. La scelta parte dunque da un catalogo molto vasto e noi vogliamo puntare su qualità, eleganza, funzionalità e accostamento di materiali diversi.
Come riuscite a tenere insieme passato e presente?
Mettendo insieme estetica e tecnologia per creare lampade dal design unico, affascinanti sia da accese che da spente. Attraverso linee armoniose e finiture
esclusive vogliamo dare con i nostri prodotti l’idea di eleganza sofisticata e di bellezza senza tempo. Per il futuro abbiamo individuato molte altre collezioni, che
saranno accompagnate da nomi illustri del design italiano.
Il vostro gruppo oltre ad Arredoluce comprende altre tre realtà d'eccellenza del mondo dell’illuminazione: Penta Light, Penta Architectural e P Custom. In che direzione intendete muovervi ora?
Ad oggi PENTA è presente in più di 90 Paesi e cresce a ritmi importanti. Pochi giorni fa abbiamo aperto a Singapore PENTA APAC, una filiale con cui vogliamo guardare al mondo orientale. Si tratta della seconda inaugurazione in pochi mesi, dopo quella PENTA USA, sede aperta di recente a New York per presidiare il mercato americano.