Per Atm e Trenord torna l’incubo gara europea. Pensavano di averla svangata all’italiana: se chi deve applicare la legge è il primo a non avere interesse a farla, non si farà. Come quando hai un cugino nella Guardia di Finanza che dovrebbe farti le pulci sulla dichiarazione dei redditi, ma abita in affitto da te. O quando Sallusti abitava nello stesso palazzo di Giuseppe Sala e dunque ilGiornale non picchiava mai troppo duro sul sindaco meneghino. E ora ci risiamo: secondo le famose leggi europee che i nostri politici votano sempre e poi contestano al di qua delle Alpi, il trasporto pubblico locale non può essere un privilegio dinastico. Ogni tot anni, va indetta una regolare gara e vince l’operatore che offre il miglior servizio per le Amministrazioni locali e per gli utenti. Invece in Italia è (quasi) sempre andata che le varie aziende partecipate ricevevano l’appalto senza confrontarsi con nessuno. Così, per citare un esempio non lombardo, Atac ha potuto continuare a essere un polmone di assunzioni senza aver mai offerto un servizio decente ai romani e turisti vari. Oppure Trenord che nonostante sia forse l’azienda di trasporto locale più contestata della storia per i continui disservizi, prosegue serenamente da anni il suo ruolo di ferroviere lombardo. Ma ormai pare che tutte le scappatoie siano finite: a leggere le ultime notizie, le gare si dovranno fare. D’altronde non si capisce perché Atm possa lavorare in Danimarca mentre non dovrebbe valere lo stesso per un’azienda danese. Certo, fare meglio di Atm è difficile, anche perché le varie Metro 4 e 5 sono patate bollenti sapientemente evitate dall’azienda milanese, ma per Trenord è già più difficile. E non è un dettaglio da poco: i risultati conseguiti negli anni precedenti avranno comunque un valore nelle gare venture. ma questo non toglie che per Atm e Trenord torna l’incubo gara europea.