Rasia ormai sta al Polo. Nel senso che il candidato a essere candidato avrebbe fatto in tempo a raggiungere il Polo Nord se avesse attribuito all’epressione “a breve” lo stesso significato di quello che paiono sposare gli alti gradi della politica. A Milano Giuseppe Sala prosegue in solitaria la corsa, mentre il centrodestra ha solo Rasia Dal Polo, un genovese volenteroso che si è messo a disposizione della coalizione. Ma nulla, qualche intervista, ma nessuna benedizione definitiva. Perché? Perché la decisione arriverà “a breve”, Salvini lo ripete da mesi. Per carità, la pazienza è una virtù. Ma davvero quanto vogliono abursarne ancora? Perché si rischia l’effetto Catilina, nel senso di candidare un altro di cui ci ricorderemo solo i difetti (come Stefano Parisi, di cui è rimasta solo una sconfitta). Intanto Rasia ormai sta al Polo, o forse ci andrà davvero perché a un certo punto si stuferà di aspettare. In fondo, come ha capito Sala, il lavoro di sindaco ha più oneri che onori. E’ un servizio e infatti quelli come Sala ci si trovano male perché sono abituati a essere serviti. Rasia Dal Polo si è guadagnato un posto di responsabilità in una solida azienda. Un monumento della Milano dove ce la si può fare con tanto lavoro. E invece sta imparando che bisogna anche avere a che fare con la stampa, gli avversari, gli alleati e ogni parola può incendiare gli animi. Se a furia di “a breve” si stancasse non si sa se esista un piano B. Si parla di Lupi, uno che nella sua zona l’ultima volta a Milano ha preso pochissimi voti. Ma sembra improbabile. Almeno lo speriamo noi dell’Osservatore.
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