Commercialisti: UE mette 50 miliardi per finanziare la ripresa. Nell’ambito del quadro delle norme UE in materia di aiuti di Stato, la Commissione ha approvato un regime di buoni per un valore complessivo di 610 milioni di euro, per favorire l’accesso delle piccole e medie imprese ai servizi a banda larga ad alta velocità. Il Consiglio e la Fondazione Nazionale dei Commercialisti hanno pubblicato l’informativa periodica “Attività Internazionale” 2022_01_15_International update 1_2022, una analisi approfondita sulle misure economiche adottate in ambito europeo ed internazionale per contrastare la pandemia. La Commissione europea ha comunicato i piani di emissione per coprire il fabbisogno di finanziamenti nell’ambito di NextGenerationEu per il primo semestre del 2022, prevedendo l’emissione, tra gennaio e giugno di quest’anno, di 50 miliardi di euro di obbligazioni comuni a lungo termine, che saranno integrate da buoni dell’UE a breve termine, con queste operazioni l’UE sarà in grado di coprire tutti i pagamenti dovuti a titolo del dispositivo per la ripresa e la resilienza e di tutti gli altri programmi collegati nel corso di tale periodo. Nei giorni scorsi, la Commissione europea e l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale hanno varato il nuovo Fondo per le PMI, che mette a disposizione delle piccole e medie imprese con sede nell’Unione europea dei voucher che serviranno a sostenerle nella tutela dei propri diritti di proprietà intellettuale, nella ripresa dalla pandemia e nelle transizioni verde e digitale per il prossimo triennio. Sempre a sostegno delle PMI, nell’ambito del quadro delle norme UE in materia di aiuti di Stato, la Commissione ha anche approvato un regime di buoni per un valore complessivo di 610 milioni di euro, per favorire l’accesso delle piccole e medie imprese ai servizi a banda larga ad alta velocità, che consentendo connessioni Internet efficaci rendono possibile la fruizione di servizi e offerte online, limitando nel contempo le distorsioni della concorrenza. In ambito fiscale, l’informativa segnala due importanti iniziative della Commissione europea. La prima volta a contrastare l’uso improprio di società di comodo a fini fiscali e a garantire che le società che esercitano un’attività economica minima o nulla non possano beneficiare di agevolazioni fiscali e non pesino quindi sui contribuenti. La seconda consiste nella proposta di direttiva che garantisce un’aliquota fiscale effettiva minima per le attività mondiali dei grandi gruppi multinazionali. La proposta rispecchia l’accordo internazionale, concordato tra 137 paesi e stabilisce le modalità di applicazione dei principi dell’aliquota fiscale effettiva del 15% nell’Unione europea, comprende inoltre un insieme comune di norme sul calcolo di tale aliquota, affinché sia applicata con correttezza e coerenza in tutta la UE. Infine, gli ultimi dati pubblicati dalla Banca mondiale mostrano un’economia globale in netta frenata, soprattutto a causa dei timori legati al Covid e alle nuove varianti che gettano più di un’ombra sulla ripresa dell’attività economica. La crescente inflazione, l’aumento del debito e delle disuguaglianze di reddito potrebbero minacciare il rilancio soprattutto nelle economie emergenti e in via di sviluppo, i cui margini di bilancio non consentirebbero l’eventuale erogazione di nuovi sostegni laddove il perdurare della crisi pandemica lo rendesse necessario.
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