I cavalli migliori per le elezioni europee sono i giovani in corsa. Sono i giorni dell’ufficializzazione delle liste e i nomi che spiccano sono quelli dei volti nuovi, o quasi, della politica: Tatarella, Sardone, Majorino. Giusto per citare i più in vista. Sono giovani nel loro partito: chi come Tatarella ha aspettato pazientemente il suo turno, chi prova a fare il salto da promessa a grande politico sottraendosi all’ombra dei grandi come Majorino, e chi è riuscito a far cambiare le regole del partito di maggioranza relativa come la transfuga Sardone. Tutti però sono veramente i cavalli migliori su cui i rispettivi partiti possono puntare. Il volto giovane toglie quell’aurea di stantio che aleggia sugli schieramenti politici, ma non è la sola abilità riconoscibile nei giovani in corsa: tutti hanno saputo crearsi una rete di consenso sul territorio che è in grado di muovere migliaia di voti.
Provenienze e storie diverse, ma la rete territoriale alle spalle c’è per tutti. Inoltre hanno un messaggio forte e identitario che gli permette di interpretare ogni evento con un codice morale, verbale e concettuale riconoscibile dal pubblico di riferimento: sono cioè in qualche modo più classici dei vecchi politici, perché sono più “politici” dei tecnici che negli ultimi anni hanno invaso la Cosa Pubblica. Con questi giovani invece c’è la speranza di pensionare la generazione dei “senza parte” per veder risorgere le idee, giuste o sbagliate, per una nuova stagione di dignità della politica. Dunque sembra che saranno loro a stupire più di tutti anche perché hanno voglia e hanno gambe. E sono anche le ultime speranze dei rispettivi partiti di darsi un volto nuovo per convincere una volta di più gli elettori a recarsi alle urne.
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