Lo stadio di San Siro entrerà nella campagna per la Regione? Perché nella rincorsa a decidere come Attilio Fontana rischia seriamente la riconferma, si stanno perdendo i temi importanti della campagna elettorale. O meglio degli schieramenti, posto che abbiamo differenze significative sulle loro proposte come governanti. Perché lo stadio è qualcosa di più di un prato verde con del cemento intorno. E’ l’anima della Milano che sa a malapena leggere e scrivere o distinguere un libro da un giornale. Quei sentimenti e pensieri di base di cui c’è bisogno tanto quanto delle vie luccicanti del centro cittadino e del palazzo comunale. Senza stadio l’anima di Milano è se non indefinita, almeno incompleta. Allora lo stadio di San Siro entrerà nella campagna per la Regione? E se sì, come? Perché tra Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Italia Viva, Azione, non sembra che ci siano tante differenze. Qualcuno seriamente si vede una Moratti o un Calenda sdraiati davanti alle ruspe per impedire la costruzione di un quartiere chic? Pare improbabile. Però in tanti si stanno opponendo e la situazione più probabile pare la stabilizzazione del problema come da tradizione italiana: di solito per evitare di ricevere troppe critiche o scontentare qualcuno, si preferisce aprire tavoli infiniti che rendono stabili le soluzioni temporanee. Anche perché quanti nel Comune sono pronti ad avallare progetti su cui poi pioveranno denunce con nomi e cognomi? Giuseppe Sala può contare su amici nelle Procure stando agli ultimi libri e articoli sull’argomento. Ma i vari dirigenti o dipendenti pubblici? E allora serve che anche da Palazzo Lombardia qualcuno si faccia sentire. In fondo sono in arrivo le Olimpiadi Invernali 2026 e a giudicare dalla scritta che campeggia sul palazzo regionale l’argomento sport pare interessare.
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