Bonus 110%, FdI: “Maran pensi alla lentezza degli uffici comunali”. L’assessore ha infatti aderito all’appello delle associazioni e ordini interessate all’iniziativa del governo. Una contestazione all’impostazione data dal suo stesso governo nazionale di riferimento, ma evidentemente Maran si è reso conto che la burocrazia rischia di frenare una delle pochissime buone idee filtrate dal Parlamento. Una posizione approvata anche da Otello Ruggeri, presidente del Circolo Almerigo Griltz di Fratelli d’Italia, che però gli ricorda le sue responsabilità sul tema: “Oggi, l’Assessore Maran, ha criticato il Governo (quello retto dal partito in cui milita) perché alcuni aspetti burocratici legati alle richieste del superbonus 110% rischiano di ucciderlo. Ha ragione, peccato che a Milano il colpo di grazia potrebbe arrivare proprio dagli uffici legati al suo assessorato, che impiegano mediamente 10 mesi per fornire gli atti di fabbrica necessari per attivarlo. Peggio delle norme di un governo di sinistra, ci sono solo gli applicativi studiati dalle amministrazioni dello stesso segno. Un’accoppiata che da sempre è garanzia di fallimento per qualsiasi sistema economico”. Giusto dunque criticare l’impostazione del governo piddì-5stelle, ma a Milano siamo messi meglio? Per rispondere alla domanda ecco il richiamo sul Bonus 110%, FdI: “Maran pensi alla lentezza degli uffici comunali”. Un richiamo necessario perché il tema non è affatto secondario: come hanno dimostrato le scorse settimane, a causare il grosso dell’inquinamento sono gli edifici. Non le auto o le fabbriche. Semplicemente le case. Idrovore d’energia perché costruite male, disperdono tanta energia, cioè tanto inquinamento. E non parliamo solo degli edifici con ancora le vetustissime caldaie a gasolio. Sono una minoranza, molto inquinante, ma una frazione. Mentre praticamente tutti gli edifici hanno bisogno di un aggiornamento energetico. Sarebbe un investimento che abbasserebbe la bolletta energetica nazionale, permettendo oltre tutto all’Italia di smettere di pagare le sanzioni europee proprio per l’inquinamento. E nel contempo usciremmo dal dialogo tra idiozie su cui la sinistra ha incatenato il discorso sul diritto allo spostamento delle persone. Pensare a dividere il mondo tra chi vuole spostarsi in bici e chi in auto non è solo semplicistico, è stupido. Perché presuppone di indentificare una persona con un mezzo, mentre tutti devono avere il diritto di muoversi con il sistema che preferiscono.