“La decisione di oggi del Consiglio è netta e precisa. I fondi che sono arrivati senza che il Consiglio ne fosse al corrente, sia chiaro, saranno restituiti e questo automaticamente stoppa qualsiasi discussione sull’ingresso dei sauditi nel Cda della Scala“: lo ha riferito il sindaco e presidente del cda della Scala Giuseppe Sala, al termine del cda del teatro.
“Con la stessa fermezza noi diciamo che non è che con i sauditi non si parla perché se facessimo l’elenco di una serie di Paesi con in quali non si parla per queste ragioni sarebbe probabilmente un elenco lungo – ha precisato poi Sala -. Quando e se ci sarà una proposta di collaborazione tecnico artistica tale per cui il Consiglio la valuterà e il sovrintendente la porterà, noi la esamineremo. In questo momento l’ingresso nel Cda dei sauditi non lo riteniamo fattibile, se si riparte si riparte dalla collaborazione tecnico artistica“. E ancora, ha proseguito il sindaco “non abbiamo preclusioni nei confronti dei sauditi” perché “o il Governo ci dà una blacklist di Paesi con cui non parlare o noi come consiglieri non ci sentiamo in condizioni di dire che che con i sauditi non si parla”. Sala ha ammesso che la questione “è stata gestita male” e che “certamente è sotto gli occhi di tutti che è stata fatta tanta confusione“. “Le responsabilità sono di tutti anch’io non mi tolgo mai dal novero dei potenziali responsabili – ha detto – ma rimane il fatto che guardiamo avanti e vediamo se qualcosa di buono si potrà ancora ottenere, certo è che con oggi la possibilità di un ingresso nel Cda non è più all’ordine del giorno“.
Infine, ha spiegato il sindaco in merito alla donazione “nel mio ruolo di presidente del Cda della Scala ho proposto e tutti hanno accettato che questi 3 milioni” depositati a favore della Scala presso un notaio milanese “vengano restituiti“, sottolineando che per una donazione di tale entità viene solitamente chiesta l’autorizzazione a chi la riceve e viene indicata una causale, mentre in questo caso non c’è stata né l’una né l’altra cosa.