Il disastro del patrimonio ERP a Milano

vassalloSala spera di fare 1,6 miliardi di euro vendendo quote di patrimonio. Sarà. Di sicuro non si vede questa grande ossessione per il disastro delle periferie o per il patrimonio quando si tratta di manutenzione delle case. Ci fa una carrellata di alcune situazioni che esemplificano il problema il sempre attento Consigliere di Municipio 7 con delega alla casa Franco Vassallo.

“Iniziamo, per una volta, dai tetti. Le coperture degli stabili, in alcune casi vecchie di 30 o 40 anni, non reggono più. Non tengono fuori la pioggia e costringono ad una serie di interventi di manutenzione costosi e non risolutivi. La guaina è spesso malconcia e andrebbe sostituita, ma non facendolo, gli ultimi piani sono soggetti ad infiltrazioni continue. Un caso tipico è un appartamento di San Romanello, all’ultimo piano, appena ristrutturato e quindi oggetto di corposi investimenti economici. Ebbene, l’assegnatario dopo due o tre settimane è stato costretto ad andarsene: l’acqua che entrava rendeva impossibile viverci.

L’acqua, però, non entra solo dai tetti, in alcune case entra anche dai muri. Sì, dai muri. Le facciate non sono messe meglio. Per esempio, in via Creta ci sono intere unità immobiliari assediate dalle muffe. Una cittadina, al primo piano, denuncia di avere una giungla sulle pareti. È comprensibile l’amore per il verde di Sala, ma così si esagera. Ed ovviamente a questo si aggiunge e si somma il problema delle crepe. Ma non ci sono solo problemi edilizi.

Sempre da via Creta viene la storia straziante, il disastro, di due invalidi costretti a vivere con un cumulo di pensioni di 500 euro al mese, che già di per sé è quasi impossibile, con un affitto MM di 600 euro. È ovvio che siamo di fronte a situazioni complesse e sicuramente ricche di sfaccettature, ma possiamo davvero dire di essere reduci da dieci anni di sinistra? Questo è odio di classe, se mai ve ne fu. Va anche detto che se Atene piange, Sparta non ride. Aler è alle prese con una catena di occupazioni abusive da parte di Rom in via Quarti. Ma anche qui il Comune ha una pesante responsabilità.

Rifiutando alloggi alternativi e quindi non consentendo ad Aler di sfrattare le famiglie con minori o disabili, Sala ha consentito di crearsi un ghetto. Un ghetto dove gli Italiani che hanno costruito e fatto grande Milano negli anni 60 sono stranieri a casa propria. Il che, se volete, è una ironica e tragica conseguenza dell’ideologia di Sala. Se a Milano non ci sono stranieri, non ci sono nemmeno più cittadini. E quindi, di fatto, i poveri diventano un problema e cessano di essere persone di cui dovrebbe occuparsi. È la distopia totale di un sindaco verde che vorrebbe una Milano a misura di zanzara e con meno umani (soprattutto poveri) possibile”.