Il presidente segreto. E’ il film che stiamo vivendo in questi giorni. Perché il nostro sistema di governo è così: prima del voto dei parlamentari per eleggere il Capo dello Stato, non si sa mai chi sono i veri candidati. Perché per una legge imperscrutabile della politica democratica se esce il tuo nome troppo presto viene “bruciato”. Cioè estromesso. Quasi automaticamente. Perché? Di solito perché così si ha il tempo di diffamarlo o comunque di trovarne tutti i limiti. E così si brucia. Invece in un perverso arrotarsi delle istituzioni democratiche, l’unico effetto ottenuto è che si trova il presidente segreto. Un nome abbastanza appetibile da buttare nella mischia negli ultimi giorni, se non nelle ultime ore. Così da non dare il tempo a nessuno di scovare qualche cugino parcheggiatore abusivo o un compito copiato a scuola. Si vota e si elegge. E una volta eletto difficilmente qualcuno dirà qualcosa, perché a quel punto sei al vertice dello Stato e se ti fanno incazzare come minimo sciogli il Parlamento. Peccato che così la scelta su chi mandare in cima alla catena alimentare resti un giochino di palazzo, per pochi, anzi pochissimi. Si parla tantissimo del tema, ma senza mai svelare il presidente segreto. E noi ci chiediamo quanto tutto questo meccanismo abbia davvero a che fare con la democrazia. Come è possibile che la scelta del vertice delle istituzioni debba essere trattata come una sorta di patto tra carbonari, un sotterfugio? Poi ti credo che alcuni (come pare Mattarella) avevano l’abitudine a gestire le istituzioni davanti al caminetto. Lo Stato diventa una questione privata, qualcosa di gestito da pochi e fidati amici. Insomma una corte. Solo che invece di un Re, abbiamo un Presidente. Una sorta di sovrano d’Orleans prima che la Francia capisse che era finito il tempo dei Re. Perché non attuare veramente una riforma democratica, che permetta agli italiani di sapere chi si candida a guidarli e proteggerli per sette anni? I politici vengono massacrati giustamente durante le campagne elettorali, perché per il loro rappresentante più alto non si dovrebbe pretendere altrettanto? Se avessimo due o tre nomi ufficiali sarebbe tutto più nitido, diciamo pulito. Invece ancora si preferisce questa modalità che più che uno Stato ricorda una consorteria mafiosa, dove solo chi ha i titoli giusti può sapere la verità. E a perderci alla fine siamo tutti. Proprio a partire dal presidente segreto.