Un’operazione partita da un controllo presso il mercato settimanale di via Marco Aurelio ha portato al sequestro da parte del Nucleo antiabusivismo della Polizia locale di Milano di 610mila sacchetti di plastica non a norma.
Il trasgressore, un cittadino di origine marocchina di 24 anni, è stato sanzionato per 18.400 euro per aver immesso in commercio sacchetti privi dei requisiti di compostabilità, biodegradabilità e riutilizzabilità e per aver svolto attività commerciale senza autorizzazione. Dopo aver assistito, infatti, alla cessione a titolo oneroso di sacchetti agli operatori del mercato, gli agenti hanno identificato la persona che li stava vendendo e controllato il furgone che utilizzava per il trasporto e la distribuzione, all’interno del quale è stata rinvenuta una prima tranche di circa 70mila borse senza etichettatura e loghi che ne indicassero requisiti di legge, denominazione e sede del produttore.
L’attività di ispezione è stata poi estesa all’interno di un box condominiale in zona Farini dove, da un’attività di osservazione precedente, era stato appurato che il trasgressore si recava con il furgone più volte alla settimana e dove sono state rinvenute altre 540.000 borse in plastica. Una campionatura di otto tipologie di sacchetti è stata trasmessa a laboratori ARPA per verificarne, attraverso le opportune analisi, la reale composizione.
L’operazione nasce nel quadro dell’azione di contrasto alla commercializzazione di sacchetti non conformi ai requisiti stabiliti dal Codice dell’ambiente, che negli anni 2018 e 2019 ha portato al sequestro da parte del Nucleo Antiabusivismo della Polizia locale di Milano di 8,5 milioni di borse di plastica non a norma e all’identificazione e sanzionamento, tra Milano e provincia, di 15 distributori di borse e imballaggi che rifornivano di sacchetti illegali gli operatori di mercati settimanali e di attività commerciali in sede fissa. In alcuni casi le persone sono state anche indagate per frode in commercio.
Le normative europee indicano agli Stati membri specifiche misure per il contenimento dell’uso delle borse in plastica e lo Stato italiano si è posto, in applicazione a queste direttive, l’obiettivo di una progressiva riduzione nel tempo introducendo il divieto di commercializzazione dei sacchetti privi dei requisiti di legge:
- non possono essere realizzati con uno spessore inferiore a quello previsto dalle norme. Lo spessore richiesto dipende dall’esercizio commerciale cui è destinato e dalla conformazione del sacchetto;
- prima di essere immessi in commercio, devono essere certificati come biodegradabili e compostabili da organismi accreditati;
- devono contenere una certa quantità di materia prima rinnovabile che, a partire dal 1° gennaio 2020, non potrà essere inferiore al 50%.
Il possesso di tali requisiti deve poter essere verificato dal consumatore attraverso diciture e marchi impressi sul prodotto.
La sanzione amministrativa pecuniaria prevista va da un minimo di 2.500 euro sino a 25.000 euro e può essere aumentata fino al quadruplo del massimo (100.000 euro) nel caso in cui la violazione del divieto riguardi ‘ingenti quantità’, rappresenti un valore economico superiore al 10% del fatturato del trasgressore o qualora vengano utilizzate etichettature false (una dicitura mendace può integrare il reato di frode in commercio).