“La nuova graduatoria aggiornata per l’assegnazione degli alloggi popolari a Milano, appena pubblicata sul sito del Comune, non fa altro che confermare il welfare anti-italiano tanto caro alla sinistra. Nei primi 300 nominativi di persone in attesa di ricevere la casa ben 207 sono di origine straniera: praticamente due alloggi su tre finiscono a immigrati. Scorrendo la lista sembra di essere in Nordafrica o in Sudamerica, non certo a Milano: i cognomi italiani sono la netta minoranza e purtroppo sarà sempre così finché non verranno adottati correttivi ai bandi. Per evitare che ci siano tali sproporzioni sarebbero necessari maggiori controlli sulle dichiarazioni e le autocertificazioni presentate da chi vuole entrare in graduatoria, così come fanno Comuni limitrofi come Sesto San Giovanni. Sala e Majorino non perdono mai tempo prima di marciare contro il razzismo, ma continuano a dimenticarsi che i primi a discriminare sono proprio loro“. Lo afferma Silvia Sardone, Consigliere Regionale e Comunale del Gruppo Misto.
“Lo squilibrio evidente in questa graduatoria va ovviamente a sommarsi ad altri aiuti economici a misura di straniero come la Bebè Card, il sostegno al reddito, il reddito di inclusione, l’esenzione mensa, le borse lavoro. È davvero sconcertante apprendere ogni volta cifre che penalizzano gli italiani in un welfare scandalosamente orientato a favore gli immigrati. In periferia – continua Silvia Sardone – anche per strada è difficile sentire parlare italiano: Corvetto, San Siro, Lorenteggio sono ormai diventati dei ghetti dove spadroneggiano gli extracomunitari mentre gli italiani in graduatoria sono costretti ad aspettare anni e a vedersi puntualmente scavalcare da immigrati. A questo si aggiungono le occupazioni abusive di case popolari che hanno quasi sempre come protagonisti stranieri spalleggiati dai centri sociali. Non è normale che chi paga le tasse nel nostro paese da una vita si veda superare da chi è arrivato da qualche mese. Non è razzismo, è solo buonsenso”.