Il Medio Oriente è più sicuro di Milano. Sembra assurdo da dire? Forse, ma è vero. Perché piaccia o meno a Milano ormai si percepisce un’aria pesante in tutto quello che viene definita vita normale. Uscire la sera è percepita come un’avventura perché le storie quotidiane parlano continuamente di rapine, risse e accoltellamenti e violenze di vario genere. Non che sia Bogotà delle cronache anni Ottanta-Novanta, ma oggettivamente la sensazione è quella di una perpetua e costante minaccia. Per altro confermata da una miriade di piccoli o grandi episodi di microcriminalità. Invece in zone come la Giordania, nel pieno del Medio oriente che pullula di organizzazioni pericolosissime, si passeggia tranquillamente in qualunque città a qualunque ora del giorno e della notte. Sarà che l’alcol è bandito dalla religione e le droghe sono altrettanto malviste, ma persino i più esagitati festaioli non mettono in ansia quanto chi partecipa alla così detta movida di Milano. Nella metropoli meneghina invece c’è un consumo tale di sostanze che forse è il vero problema della città: se davvero il tema non fosse solo di questa o quella fascia sociale, ma di tutte quelle che si trovano nella stessa condizione di sbandamento psico-fisica. Una volta è l’alcol, un’altra la droga di un qualunque genere, persino chi pulisce gli uffici scintillanti dei grattacieli ha trovato la sua droga come lo shaboo. Tutta una città completamente sotto effetto di sostanze psicotrope che stranamente contribuiscono sia all’insicurezza sulle strade che nelle menti delle persone. Sono infatti inutili tutti gli appelli al leggere i dati che parlano di reati in calo e dell’inesistenza di una crisi baby gang. Così per un paradossale effetto ottico-sociale ci si sente più al sicuro a due passi dall’Isis e dai tagliatori di teste dell’Arabia Saudita. Perché almeno nella nostra testa Il Medio Oriente è più sicuro di Milano.