Sembra sempre più in salita la strada che dovrebbe portare (almeno parzialmente) a Milano le Olimpiadi invernali del 2026. La candidatura, nata come della sola Milano, poi evoluta in un tridente con l’aggiunta di Torino e Cortina, si è infine ridotta al solo binomio Milano – Cortina, che, dopo avere perso il sostegno economico del Governo, può contare solo sull’appoggio di Lombardia, Veneto e parzialmente del CONI (che spera nel sostegno dei privati). A crederci veramente sembra essere rimasto solo il Sindaco Sala convinto che “questa soluzione può funzionare”, mentre i Governatori Zaia e Fontana ritengono di dover insistere perché quanto fatto “non può essere gettato alle ortiche”. Intanto oggi a Losanna il Coni presenterà il dossier olimpico italiano al Cio sperando nel sostegno del Presidente Thomas Bach che ha sempre visto di buon occhio la candidatura di Milano.
Il principale imputato del possibile insuccesso del progetto olimpico sembra essere il Movimento Cinque Stelle, che non lo ha mai visto di buon occhio, come non aveva mai sostenuto quello di Roma 2024. Probabilmente proprio per questo motivo la prima a sfilarsi dall’organizzazione è stata la sindaca grillina di Torino. Ma siamo nel campo delle ipotesi, anche se ben supportate da riscontri oggettivi e dalle dichiarazioni di molti dei politici coinvolti. Dichiarazioni che ieri sono piovute copiose nelle redazioni dei giornali milanesi. Ve ne facciamo un breve sunto per darvi un’idea di quanto complessa sia stata la giornata.
Ad accendere le polveri ieri mattina era stato il deputato PD Mattia Mor scrivendo su Facebook che spettava a Milano essere capofila nella candidatura alle Olimpiadi 2026,subito dopo una nota ufficiale di M5S puntava il dito contro Sala “È assurdo e provinciale pretendere una primazia sul brand per dei Giochi che coinvolgono diverse aree del Paese. Il sindaco di Milano si ostina a contestare il progetto unitario e le proposte di Coni e governo per i Giochi invernali del 2026: si assume una responsabilità molto grave”. Ai grillini facevano eco i deputati forzisti Dario Bond e Marco Marin che sostenevano la necessità di evitare rotture politiche sul fronte olimpiadi per presentarsi tutti uniti a Losanna. Proposito che si spegneva su un successivo comunicato del sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo Sport, Giancarlo Giorgetti, secondo cui “sono prevalse forme di dubbio e di sospetto e il Governo, quindi, non ritiene che una candidatura formulata con questi presupposti possa avere ulteriore corso” quindi “come tale è morta qui“. A questo punto per cercare di metterci una pezza intervenivano i governatori di Lombardia e Veneto Fontana e Zaia dichiarando “Arrivati a questo punto è impensabile gettare tutto alle ortiche. La candidatura va salvata, per cui siamo disponibili a portare avanti questa sfida insieme. Se Torino si chiama fuori, e ci dispiace, a questo punto restano due realtà, che si chiamano Veneto e Lombardia, per cui andremo avanti con le Olimpiadi e del Lombardo-Veneto“. Una proposta immediatamente sostenuta dal Sindaco Beppe Sala, La proposta di Zaia e Fontana sulle Olimpiadi 2026 merita un rapido approfondimento. La mia posizione è nota, ma questa soluzione può funzionare”.
Giunti a questo punto si è scatenato un fuoco di fila di reciproche accuse, in particolare fra PD e M5S, che riteniamo però meno interessante da riferire Non resta che aspettare l’esito di quanto avverrà oggi a Losanna per sapere se nonostante tutto e tutti, la nostra città riuscirà ad ospitare le Olimpiadi invernali del 2026.