A2A latita sulle bollette da pagare. Perché come abbiamo sottolineato nei giorni scorsi, chi può occuparsi di bollette è chi le riscuote tutti i mesi. Per altro senza andare troppo per il sottile: perché ogni volta che si tarda, ci sono ulteriori costi per i ritardi, fino ad arrivare alla sospensione dell’energia. Perché quando devono prendere, sono molto efficienti. Quando invece devono dare, la risposta è che “la situazione è complicata”. Quando c’è da fare un finto sconto per accaparrarsi un cliente, le idee e la velocità non mancano. Quando però c’è da far respirare famiglie e imprese, pare che non ci sia nulla da fare. Perché Mazzoncini e i suoi hanno soldi da spendere per acquisire di tutto, quando c’è da sancire sei mesi o un anno di sollievo per i conti altrui improvvisamente le casse sono vuote. E’ il capitalismo, bellezza. Soprattutto un certo di capitalismo. Quello predatorio a cui ci siamo assuefatti perché tanto l’economia marciava e alla fine in Italia si campava un gran bene senza andare in miniera. Oggi le cose sono cambiate. Non sono cambiati i Mazzoncini di questo tempo, ma può succedere. Perché ormai sono persone fuori dal tempo, come certe cassiere perfettamente sostituibili da casse automatiche. Sono bravi tecnici, probabilmente. Ma per il presente ci vuole gente di polso, con la testa formata non alla Bocconi. Perché ormai i conti servono solo se c’è qualcuno con cui farli. Se le persone moriranno di fame o in guerra, nessun bilancio aziendale sarà positivo. Nonostante i numeri. Bisogna guardare oltre. Possibilmente soprattutto oltre i soggetti come certi dirigenti di aziende a capitale pubblico. Bloccare le tariffe alle aziende come ha fatto A2A è il minimo, non il massimo.