Sorprende ed amareggia che la Sindaca di Brescia, di centro-sinistra, pensi di aiutare Israele e di lavorare per la pace, revocando l’nvito al ricercatore egiziano Patrick Zaki al festival della pace nella città della “Leonessa”. La prima cittadina dovrebbe invece sapere che, per chi vuol sostenere Israele, si debbano ricordare anche gli errori e i limiti dell’attuale gestione politica. Aprirsi al pensiero degli intellettuali arabi, significa per noi occidentali capire che il nostro punto di vista non è l’unico e assoluto. Ritenere “divisiva” la sua presenza e “contraria al messaggio che la città vuol trasmettere” è un atto di cecità che non aiuta l’incontro tra le diverse culture e religioni, lasciando a noi occidentali la presunzione di essere i detentori del saper interpretare e governare il mondo. L’egiziano cristiano Patrik Zaki ha pagato, con la sua libertà, la libertà di dire quel che pensa.