Il verde, prima di tutto, è una responsabilità. Se il Comune non se la sente di occuparsene nemmeno nel proprio cortile, letteralmente visto che si parla del suo patrimonio immobiliare in quanto case popolari, allora sarebbe il caso di ripensare la strategia di fondo. Un esempio fotografico ce lo danno le case di via Rizzoli 73-87. Una premessa, sì le foglie cadono d’autunno. E sì, quest’anno l’autunno è arrivato con due mesi di ritardo. Lo sappiamo e sappiamo che pulire tutto è una operazione non istantanea. Tutto chiaro.
Il problema è che quello che non vedete sotto quelle foglie giallo oro, sono le foto marrone… fango dello scorso anno. Che, a loro volta, in una mirabile operazione di compostaggio, nascondo foglie, o quel che ne resta, che non hanno mai visto il Covid. Quindi, se gli inquilini si lamentano, non lo fanno per spirito di contraddizione. Ma di sopravvivenza. Iniziare a farlo ora lascia la speranza che prima delle elezioni regionali del 2023 qualcuno le abbia rimosse.
Inoltre, da non sottovalutare, gli alberi non vengono minimamente curati. Questo significa avere i rami in casa, nelle macchine e tutto attorno ai pali della luce. Luce che viene pagata 12 mesi all’anno ma goduto solo dopo la caduta delle foglie. Per quanto permesso dai rami, ovviamente. Ci si aspetterebbe che dopo aver preso l’incarico del servizio di verde pubblico dal Comune, MM sarebbe stata almeno in grado di pulire i propri cortili. Le foto dimostrano che così non è.
Ma cosa fare quindi? Ci dà un paio di idee Franco Vassallo, che ha seguito le case popolari per cinque anni come Responsabile Casa del Municipio 7.
“Non ci sono scorciatoie per fare le cose bene. E MM sapeva fare bene i buchi per terra, non si può pretendere che, dopo essersi improvvisata amministratore di condominio improvvisamente scopra di avere il pollice verde. Quello che servirebbe è una commissione inquilini che possa segnalare questi eventi meteorologici che le grandi menti e gli importanti consulenti strapagati per i propri pareri non possono prevedere: come l’autunno ad esempio. Questa commissione potrebbe utilmente spiegare alla dirigenza, ad esempio, che gli alberi non dovrebbero crescere fino ad arrivarti a casa.
Insomma, la commissione inquilini porterebbe il buonsenso dove domina solo una cultura manageriale priva di umanità. E pragmatismo. Oltre, ovviamente, a consentire un monitoraggio dei lavori effettivamente realizzati. Tanto per evitare sprechi. Speriamo di venire ascoltati.”