La prima aggressione è avvenuta una quindicina di giorni fa nel sentiero che congiunge via Comune Antico con i prati dietro al cimitero. Ad esserne vittima una donna di mezza età: mentre portava a passeggio i cani, è stata immotivatamente colpita con un pugno allo zigomo da un senzatetto. Sentito il trambusto, madre e figlia che abitano in una casa cantoniera li vicino sono accorse in suo aiuto e hanno allontanato l’aggressore minacciandolo con un manico di scopa. Sempre nello stesso luogo, dopo un paio di giorni, è stato un anziano ortista ad essere spintonato e gettato a terra dalla stessa persona e anche in questo caso ad andare in suo soccorso è stata la coraggiosa signora della casa cantoniera.
Saputo quanto accaduto, il figlio della seconda vittima ha chiesto aiuto a un amico con qualche conoscenza nelle Forze dell’Ordine. Dopo essersi fatti un giro nel quartiere per raccogliere qualche informazione in più (senza volersi atteggiare giustizieri), hanno scoperto che, la prima vittima aveva anche riferito di essere al corrente di una precedente aggressione perpetrata nei confronti di un’anziana che aveva redarguito il balordo perché si era messo a dormire nel cortile di casa sua. Dopo aver raccolto una descrizione abbastanza accurata dell’aggressore, hanno riferito tutto al dirigente del Commissariato Greco Turro, Angelo De Simone.
Per maggiore chiarezza, hanno raccolto tutte le loro informazione in una mail e l’hanno inviata al funzionario di Polizia. Questi l’ha ricevuta poco prima di raccogliere la denuncia per una quarta aggressione avvenuta in Maggiolina, a danno di una donna colpita con un pugno che l’ha fatta cadere a terra, procurandole lesioni refertate in ospedale con 25 giorni di prognosi. De Simone, temendo che potessero verificarsi nuovi episodi, magari con conseguenze più gravi, ha immediatamente inviato i suoi uomini a setacciare la zona per fermare l’agressore. Non essendo un dirigente che ama scaldare una poltrona, è sceso anche lui in strada, passando il fine settimana a incontrare vittime e testimoni con cui ha intessuto una fitta rete di contatti che alla fine ha portato all’arresto del criminale.
Criminale che poi tale non era. Almeno non di professione. Si tratterebbe infatti di un’uomo di mezza età con problemi psichici che aveva smesso di curarsi in modo adeguato. Ora che la giustizia l’ha preso in carico per lui probabilmente non si apriranno le porte del carcere, ma quelle di una clinica dove si prenderanno cura di lui, come Angelo De Simone, i suoi uomini e alcuni cittadini si sono presi cura del quartiere che amano.