Il caso della Dad che salva un bambino di tre anni. A raccontarlo è sia il Corriere della Sera, che Attilio Fontana: “Per fortuna c’era Simone! Lo studente dell’istituto alberghiero Paolo Frisi di Milano, stava facendo l’ultima ora di Dad quando la vicina di casa suona al suo campanello chiedendo aiuto per il nipotino di 3 anni che sta soffocando. Simone non ci penso due volte e pratica sul piccolo, che conosce da quando è nato, la manovra di Heimlich vista in un video online. I soccorritori sono arrivati subito, ma l’intervento di Simone nei primi attimi è stato decisivo per salvare il bimbo. Tanti complimenti Simone!”. Ma come sarà preso il caso della Dad che salva un bambino di tre anni? Perché spesso si sentono i genitori raccontare dell’infernale esperienza dei loro figli costretti a guardare uno schermo per ore. C’è chi è arrivato senza vergogna a parlare di crimini contro l’umanità, ma a noi è tornato in mente un grande alleato dei genitori moderni che sembra ora dimenticato: la televisione. I bambini da subito si abituano a passare decine di ore a settimana davanti alla televisione perché è un silenziatore naturale per i figli. Per non parlare di quando crescono e vengono forniti di smartphone di cui in realtà non hanno bisogno e in cui si immergono alternandolo con televisione e computer. Se è per il cazzeggio o per lasciare un momento di calma ai genitori sembra dunque che gli schermi non siano devastanti. Forse sarebbe il caso di ricordare sempre il caso della Dad che salva un bambino di tre anni dalla morte, così come l’uso disinvolto delle tecnologie prima della Dad. Per uno sguardo più equilibrato sulla realtà. Altrimenti al prossimo crimine contro l’umanità potremmo non essere in grado di riconoscerlo.