Siciliano uccide la compagna a fucilate. E’ successo a Truccazzano, nel milanese. Alessandra Cità, 47 anni, era tranviera di Atm sulla linea 27. Ad ucciderla l’ex compagno mai arresosi all’idea che la relazione era finita Antonio Vena, 47 anni e come proveniente dalla stessa parte della Sicilia, operaio nel settore della meccanica con precedenti penali e due denunce per violenze dall’ex moglie. I due avevano avuto una relazione durata poco meno di un decennio, ma la storia era ormai finita. Per esigenze logistiche dovute all’emergenza Coronavirus lei aveva acconsentito ad ospitarlo nella casa di Truccazzano, ma non è stata ripagata per il buon gesto. Al termine di una lite l’uomo ha preso il fucile a pompa regolarmente denunciato e ha sparato alla testa della donna. Quasi come un delitto di mafia da film, solo che questa volta non c’è nessun Micheal Corleone nel mezzo, ma una normalissima tranviera. L’uomo dopo aver compiuto il femminicidio si è recato spontaneamente nella più vicina caserma dei carabinieri dove è arrivato alle due del mattino. Ha confessato subito l’omicidio ai militari che, una volta raggiunta l’abitazione, hanno potuto solo constatare l’assassinio dei Alessandra Cinà. Ma se un siciliano uccide la compagna a fucilate, forse questo evento potrebbe spingere le forze dell’ordine a controllare e magari ritirare tutti i possessori di armi regolari. Specialmente se sottoposti a quarantene più o meno volontarie, perché nelle prossime settimane i nervi di tanti altri continueranno a tendersi. E Alessandra potrebbe non essere l’ultima vittima della crisi psicologica da Coronavirus.