Città Studi: dai residenti di Largo Murani una proposta per salvare gli storici murales. Il destino degli storici murales di Largo Murani sembrerebbe segnato: Esselunga – che ha acquisito la proprietà del muro su cui furono dipinti 45 anni fa – si fa forte di una perizia che li definisce non restaurabili per sostenere la propria decisione di eliminarli e sostituirli con un murale che riprodurrà le grafiche patinate di “Toiletpaper”, la rivista di sole immagini di Cattelan.
Il cambio di scena è stato presentato da Esselunga come un regalo ai residenti, ma molti di loro lo giudicano invece uno sfregio alla memoria e del quartiere e uno specchietto per le allodole. In risposta alla protesta dei cittadini è stata ventilata l’idea di salvare almeno il ricordo dei murales installando nei giardinetti di Largo Murani una gallery di foto dei murales. I residenti però hanno intravisto un’altra soluzione. Per realizzare il nuovo murale targato Toiletpaper, Esselunga evidentemente farà ripristinare il muro su cui furono dipinti i vecchi murales. Questi non possono essere restaurati, ma Esselunga potrebbe farne realizzare delle copie identiche, sullo stesso muro, al posto dei nuovi murales di Cattelan. Con questa operazione – dicono i residenti – Esselunga farebbe un vero regalo al quartiere, rispettando la sua memoria e la sua identità. La proposta è stata lanciata ieri, sabato 18 giugno, insieme a una petizione su change.org che in poche ore ha già raccolto 600 firme. E sarà ribadita domani, lunedì 20 giugno (18-19.30), al presidio organizzato nei giardini della piazza dai residenti riuniti nel gruppo Facebook “Amici di Largo Murani” e vicini ai comitati “Che ne sarà di Città Studi” e “Salviamo Città Studi”.
Al presidio parteciperanno anche alcuni membri del Gruppo Aerostatico, pacifisti e ambientalisti ante litteram (il sole che ride era un simbolo totalmente sconosciuto in Italia, quando fu dipinto in Largo Murani) che realizzarono i murales negli anni ’70 e con le loro attività animarono la piazza anche per presidiarla contro l’insediamento degli spacciatori.
Un presidio, dunque, ma anche un tuffo nel passato di Città Studi, e di Milano, contro il proliferare di iniziative immobiliari e “riqualificazioni” che stanno progressivamente cancellando l’identità di rioni e quartieri.