La guerra per l’acqua nella civilissima Lombardia. In questi giorni la così detta Lombardia civile si è trovata a discutere come un qualsiasi Stato africano intorno al lago Chad. I comuni del lago di Garda hanno infatti fatto sapere che della secca del Po non gli interessa poi molto. Perché il loro lago sta abbastanza bene e dare un po di acqua al Po non risolverebbe i problemi del grande fiume, al massimo creerebbe un altro bacino in crisi. Non è una semplificazione giornalistica, vi riportiamo le parole di Pierlucio Cerasa, uomo che parla per i Comuni del Garda:
“Lo vede dove arriva l’acqua? Siamo a 82 cm sopra lo zero idrometrico. Vuol dire che il lago, oggi, ha un riempimento circa del 63%. È una discreta scorta ma è anche uno dei livelli più bassi degli ultimi anni: di solito, in questo periodo, c’erano 35-40 cm in più. Ecco: per provare a guarire il Po malato di siccità ci hanno chiesto di poter prelevare dal lago 20/30 metri cubi al secondo. Al Po ne servirebbero 500. Capite che sarebbe un’operazione inutile, che avrebbe un solo risultato: oltre al Po malato, avremmo anche il malato Garda. Perché quei 20/30 metri cubi al secondo, che non risolverebbero i problemi del Po, per il Garda sono vitali”.
Ci rendiamo conto? Se voi siete in crisi, è inutile darvi una mano perché poi ci mettiamo nei guai anche noi. A parte che a se ci fosse una coscienza nazionale a questo punto al Garda andrebbe staccato l’accesso a ogni servizio nazionale. Perché molte zone d’Italia sono in crisi economico, mentre solo per fermarsi in quelle zone ai bravi cittadini della comunità lacustre bisogna lasciargli un rene. Allora visto che la loro logica è quella che se gli altri stanno male, possono morire, tanto varrebbe fargli provare la stessa filosofia della vita e togliergli l’utilizzo di elettricità e strade. Andassero in asino a parlare delle loro idee da somari della democrazia e dell’unità nazionale. Ma al di là di questo il vero punto è vedere come siamo ridotti in quella che sarebbe una delle zone più acquose e benestanti del pianeta. Siamo senz’acqua. Un fiume tra i più grandi del mondo è in secca. E potrebbe restarci. Perché avere milioni di tonnellate di cibo a basso prezzo vuol dire anche avere milioni di ettolitri di acqua da buttare nei canali. E a quanto pare non li abbiamo più. E il risultato è la guerra per l’acqua nella civilissima Lombardia che ovviamente si riscopre molto poco civile. Perché il Garda pensa al Garda: un perfetto esempio di una nazione che nei fatti non esiste più, perché i vicini si sospettano e si odiano a vicenda. E nelle difficoltà la prima reazione è quella di provincialotti che vedono il mondo solo entro i confini dell’orizzonte. In una nazione serie l’esercito starebbe marciando sul Garda per aprire le chiuse, invece resta tutto com’è e l’unico passo di marcia è verso un baratro sociale e civile che a questo punto sembra più che adeguato all’italiano medio.