Un quartiere che si presenta attraverso una mostra. ‘Mi Chiamo Corvetto’ è infatti il titolo dell’evento che si terrà da domenica 23 settembre fino al 30 settembre presso la chiesa di San Vittore e 40 martiri di viale Lucania 18. “Una chiesa sconsacrata che torna a essere ‘luogo’ di ‘comunità’. Un quartiere che si racconta, per ritrovare la sua identità, creando o rinsaldando legami sociali. Un evento unico nel suo genere, che svelerà ai milanesi l’anima di questo territorio”. Così il Presidente del Municipio 4 di Milano Paolo Guido Bassi (Lega), ha presentato la mostra fotografica, composta da più di centocinquanta scatti, rappresenta i quartieri Corvetto e Grigioni attraverso l’occhio artistico di cinque fotografi professionisti dell’Istituto Italiano di Fotografia, una eccellenza artistica con sede in via Enrico Caviglia, proprio nel territorio oggetto del racconto fotografico che raccontano i luoghi del quartiere e i volti delle persone che li abitano. Agli scatti dei fotografi professionisti dell’IIF si aggiungono una ventina di fotografie dei ragazzini del campus estivo del Museo del Novecento, aventi come oggetto sempre il quartiere Corvetto.
“Il progetto – ha spiegato il curatore dell’iniziativa, il giovane architetto Daniel Romano – muove da due aspetti che si riscontrano nel territorio di Corvetto e Grigioni: il primo è l’abbondanza di spazi in disuso che costituiscono un pericolo strutturale per territori socialmente fragili come le periferie, facili preda di occupazioni abusive e in ogni caso soggetti a degrado materico e strutturale, e il secondo è la percezione estremamente negativa che si ha del Corvetto da parte del resto della città, che supera di gran lunga la realtà dei fatti, tenendo ancorato il territorio in una dimensione percettiva di degrado generalizzato”. “La proposta progettuale – spiegano Bassi e Romano – cerca di rispondere ad entrambi i problemi rilevati, iniziando con un intervento di sensibilizzazione: il racconto fotografico in chiave artistica del Corvetto e dintorni si oppone alla comunicazione negativa che ne macchia l’immagine, e l’allestimento della mostra fotografica in uno spazio in disuso (la Chiesetta di San Vittore e 40 Martiri di Viale Lucania) punta l’attenzione sul problema degli spazi in abbandono, potenziali fonti di disordini urbani, e in ogni caso occasioni mancate per lo sviluppo territoriale di questo brano di città”.
“Con la consapevolezza che serve molto più di una mostra fotografica per rigenerare un quartiere o anche solo uno spazio – sottolinea il Presidente Bassi – l’iniziativa proposta ha l’obbiettivo di sensibilizzare e rafforzare ulteriormente il discorso più che attuale in merito al ruolo delle periferie: luoghi in grado di accogliere la sperimentazione e i nuovi paradigmi che si vanno definendo in materia di urbanistica ed innovazione in campo economico e sociale. Così non si parla più di rigenerazione, ma di ripensamento”.