Sei mesi di annunci. Se è vero che andremo a elezioni in autunno, ci aspettano sei mesi di annunci. L’altro giorno Granelli ha varato un piano triennale delle opere pubbliche ufficialmente farlocco come lui stesso ha spiegato: fino all’anno scorso nel Pto andavano solo le iniziative per le quali c’era una copertura economica. Ora invece hanno messo tutto il mettibile. Perché prima o poi dovrebbero arrivare i soldi del NextgenerationEu e per intercettarne il più possibile il trucco di inserire nel Pto potrebbe essere una buona idea, perché gli altri europei non si limiteranno a farci un maxi bonifico: vorranno sapere come intendiamo spendere i soldi e vorranno capirlo nel dettaglio. Allora è probabile che chi ha più carte pronte, otterrà più soldi. Ma è una scommessa, una mandrakata con cui si sono aggiunti 2 miliardi al Pto. E i primi versamenti europei arriveranno a fine estate, dunque certezze se ne avranno dall’autunno in poi. E allora il destino è segnato: ci aspettano sei mesi di annunci. Perché ormai è partita la grancassa del “ritorno alla vita” che probabilmente si risolverà con un’ennesima impennata di contagi e di morti perché i virus se ne fottono delle manifestazioni di piazza o delle dichiarazioni roboanti sul rischio di guerra civile. Ma tutti parlano del domani meraviglioso che ci attende. Ma senza sostanza resta il fumo. Quindi solo gli annunci, visto che anche il bilancio del Comune di Milano è in crisi e non ha soldi veri da spendere. Solo promesse. Per almeno sei mesi.