La storia degli obici inviati in treno in Ucraina via Polonia. Perché una settimana fa ha destato grande attenzione la storia di un convoglio ferroviario carico di carri armati che passava per la stazione di Udine. Tutti si sono chiesti e sono arrivate le risposte. Come succede in tempo di guerra l’Esercito non ha nè confermato né smentito la notizia. Ma pian piano sono emerse alcune informazioni da fonti del Ministero della Difesa. La prima è che non si tratta di carri armati, ma di obici. Sono M109l, cannoni dotati di torretta da 28 colpi. Un modello di arma americano poi adattato a tempi più moderni dalle fabbriche italiane, la Oto Melara in particolare. Nel caso del convoglio di Udine si tratta di attrezzature difettose. Ufficialmente si tratta di obici da dismettere perché difettosi o comunque con necessità di manutenzioni. Sul treno erano una ventina di obici, parte di una fornitura totale di una sessantina. Sono in tutta probabilità i 74 semoventi M109G in M109L che dal 1990 al 1996 furono aggiornati nel piacentino con la sostituzione della bocca da fuoco 155/2322 con quella da 155/39 e con la modifica della torretta, per far posto al nuovo magazzino proiettili. Oggi vengono spediti in Polonia dove vengono rimessi in funzione per poi essere destinati agli ucraini in funzione antirussa. A quanto risulta da fonti non ufficiali del Ministero l’Italia invia soltanto le attrezzatura, ma in Polonia non forniamo alcun supporto né pubblico né privato. Segno che siamo in guerra, ma fino a un certo punto. Sicuramente ci stiamo alleggerendo di materiali per la felicità dei costruttori di armi da cui dovremo ricomprare tutto ciò che sta uscendo dai magazzini. Dunque La storia degli obici inviati in treno in Ucraina via Polonia è appena cominciata.