Petrolio, Bellodi (LIA): “Il crollo della produzione libica è un problema drammatico”. Il crollo della produzione di petrolio a soli 100.000 barili/giorno è un “problema drammatico per la Libia dal punto di vista della tenuta sociale”, accrescendo i rischi che la criminalità organizzata si rafforzi sfruttando la propria capacità di offrire di welfare alla popolazione. Lo sostiene Leonardo Bellodi, ex executive vice president Eni per le relazioni istituzionali, oggi senior advisor del fondo sovrano libico (Libyan Investment Authority) intervenendo in un webinar dedicato a geopolitica ad energia.
“L’80% della popolazione libica – ha detto parlando al seminario online organizzato dall’agenzia di comunicazione d’impresa Vento&Associati – ha uno stipendio statale. Nel Paese tutto è sussidiato, dall’elettricità alla benzina”. Per questo “nel momento in cui il governo o uno dei tanti governi libici” non riesce a sostenere queste spese “la tenuta sociale viene meno. Ne deriva un grossissimo problema di terrorismo e criminalità organizzata, che fa affari in un determinato modo. L’esperienza italiana con la mafia ci insegna che nel momento in cui lo Stato non c’è, ne prende il posto chi è in grado di assicurare stipendio e sopravvivenza”.
“Per quanto riguarda la Libia – ha concluso – questo è problema drammatico, acuito dal fatto che le sanzioni non permettono di sfruttare le ingentissime risorse di cui dispone all’estero, nel caso della Lia si tratta di 60 mld di dollari. Malgrado ci sia un governo riconosciuto tutto è congelato e rallentato, perché ogni singola operazione sopra una certa soglia dev’essere autorizzata da comitato sanzioni Onu o da altre autorità”. “La situazione è drammatica – ha ripetuto – e credo non si sia ancora toccato il fondo”.