Il grande ballo di Zion. Sta arrivando. Ormai è chiaro a tutti: sta arrivando il grande ballo di Zion prima dell’arrivo delle macchine. Un’estate di festa, come se tutto fosse passato. Segno di una città e di un Paese che ha smarrito la paura della morte da Sars-Cov-2 e vuole vivere senza pensieri la bella stagione dimenticando per quanto possibile il pericolo. Perché in realtà i vaccinati sono ancora pochi e per lo più pensionati che in realtà non si muoveranno molto esattamente come prima, dunque il virus potrà circolare liberamente per tre o quattro mesi mutando e preparandosi all’autunno dove potrà colpire. L’unica speranza restano i vaccini, ma l’ondata promessa da Figliuolo non è arrivata. Sta arrivando. Da un po’. Dunque si incrociano le dita e si spera. Di non essere contagiati, di non vedere nuove mutazioni letali del virus stile India, dove in poche settimane la conta dei morti (ufficiale) ha raggiunto rapidamente i livelli europei e in proporzione lombardi. I virologi avevano avvertito che il rischio maggiore di vaccinare poco era di allenare il virus rinforzandolo, ma il messaggio non ci sembra arrivato. Anzi. Ormai bisogna riaprire tutto e presto. Anzi bis: la gente pensa più alle vacanze, il nuovo dio novecentesco, che alla propria salute. Distorsioni mentali da Italietta, ma anche realtà con cui confrontarsi: la realtà è che milioni di persone si lanceranno verso le spiagge senza vaccino perché mettono prima il bagno al mare dell’emergenza che di fatto non è finita. Due generazioni fa avrebbero tenuto duro fino alla fine, invece siamo in mano a una pussy generation (copyright Clint Eastwood) che non ha nerbo. Dunque in tanti moriranno ancora e sarà tutto sommato giusto, perché gli avvisi sono arrivati, le informazioni sono state date, ma se le orecchie non ascoltano il cervello non funziona. E a furia di non usarlo, siamo immersi in un mare di idioti. Nel senso proprio di incapaci di pensare. E’ un fatto, non una critica. Come il disastro organizzativo a tutti i livelli della gestione pandemica.