Potenza nega il patteggiamento ad Amara

Potenza nega il patteggiamento ad Amara. Il giudice per le indagini preliminari Teresa Reggio ha rigettato la “richiesta di applicazione della pena concordata tra le parti…pur reputandosi corretta la qualificazione giuridica del fatto anche sotto il profilo dello specifico ruolo rivestito dall’indagato” spiega il giudice. Perché Amara ormai ha troppe condanne sulle spalle, troppe colpe per poter considerare di addolcire la pena con attenuanti di qualunque genere. E sebbene alcune sentenze non siano ancora al grado definitivo, offrono elementi che “consentono di ritenere che il crimine rappresenti per l’Amara un valido ed alternativo sistema di vita”. Inoltre, prosegue Reggio “la personalità negativa dell’Amara, desumibile anche dalla modalità della condotta, connotata da estrema e preoccupante spregiudicatezza, non consente di esprimere un giudizio di congruità della pena”. Insomma, per uscire dal legalese: i pm hanno concordato una pena troppo lieve per l’avvocato siciliano al centro di una serie di complesse vicende giudiziarie di cui l’Osservatore si sta occupando con una prima serie di articoli. E a quanto pare l’ultima enclave giudiziaria che gli era quanto meno non ostile pare aver cambiato orientamento. Perché fino a poco tempo fa secondo diversi giornali la procura di Potenza era l’unica che dava credito all’avvocato siciliano a cui bisogna riconoscere l’abilità di aver preso per il naso un bel pezzo della magistratura italiana, montando ad arte storie inverosimili a cui però qualcuno ha creduto. Forse perché come raccontiamo nella nostra serie, non ha mai agito da solo.