A confermare la propensione ad infastidire chi fa politica esprimendo pensieri diversi dai loro, c’erano anche le sardine a margine del congresso che la Lega Nord ha tenuto in un albergo di Bruzzano, per ratificare le modifiche allo statuto del partito. Al flash mob del movimento nato a Bologna si sono presentate circa una sessantina di persone. Una esigua frazione delle 6.000 da cui prendono il nome.
Un flop che non può certo essere giustificato dalla zona periferica o dalla pioggia, visto l’amore per gli ombrelli mostrato fin dalle loro prime adunanze. Molto più probabilmente il fenomeno comincia già ad avere il fiato corto. Investire tempo, per prendere freddo e acqua a catinelle, con il solo scopo di contestare Salvini, alla lunga stanca. Probabilmente, dopo che i leader del movimento hanno stabilito che tale è e tale resterà, togliendo ogni velleità politica a quelli che vi partecipano, molti hanno perso stimoli per la delusione di essersi trovati senza prospettive. Almeno i grillini si proponevano di entrare in parlamento per aprirlo come una scatoletta di tonno e ci sarebbero anche riusciti se non fossero diventati loro i filetti che vi sono contenuti. Chissà quante sardine, che si vedevano già sott’olio a occupare gli scranni dei filetti grillini, persa l’opportunità hanno perso anche la voglia di manifestare.
La cronaca: le poche Sardine presenti, giusto sufficienti per numerarsi da 1 a 49, come i milioni di euro che la Lega deve restituire allo Stato, si sono riunite al Parco Nord e lo hanno attraversato cantando “bella ciao” e scandendo lo slogan “Milano non si Lega“, fino ad arrivare a pochi metri dall’hotel in cui era in corso il congresso. Li la sardina numero 49 ha spiegato il motivo della loro numerazione dicendo che la nascita del nuovo soggetto salviniano, “È un furto allo Stato da parte di questi personaggi che costituendosi in una nuova identità politica vogliono fare un colpo di spugna“. Foto e video di rito, un paio di interviste e poi tutti a casa al caldo e all’asciutto.